CAGLIARI. No. Di Nuovo. Mentre il presidente della Regione Francesco Pigliaru tratta con il ministero della Difesa per cercare di attuare - per l'ennesima volta - una riduzione della presenza delle servitù militari in Sardegna, il Comipa (comitato misto paritetico sulle servitù militari, organismo dal quale passano tutte le decisioni in tema di presenza delle stellette sull'Isola) stoppa il calendario delle esercitazioni nei poligoni: no ai giochi di guerra per i primi sei mesi del 2018. Tecnicamente è un congelamento, quello deciso questa mattina a Cagliari nella sede del comando militare autonomo di via Torino.
Il Comipa, presieduto dal generale Giovanni Domenico Pintus, è composto da rappresentanti delle Forze armate, quindi militari, e del consiglio regionale, quindi civili. Questi ultimi hanno sollevato, anche in questo caso per l'ennesima volta, numerosi motivi di opposizione all'attuazione delle esercitazioni fra Teulada, Capo Frasca e Perdasdefogu- ma c'è anche S'Ena Ruggia a Macomer - tra gennaio e giugno.
Un tavolo ufficiale, quello del Comipa, sul quale da tempo da parte dei componenti civili (Tore Mocci, Antonello Tanas e Gianni Aramu, tra gli altri) vengono poste questioni quali la necessità dell'istituzione di osservatori ambientali, la garanzia sul pagamento degli indennizzi ai Comuni, le promesse mancate di riequilibrio tra la presenza militare in Sardegna e quella nel resto della Penisola. Insomma: gli stessi temi che dovrebbero confluire nell'intesa che il governatore Pigliaru ha detto essere in stato molto avanzato col ministero della Difesa. Intanto i militari per almeno i primi sei mesi dell'anno prossimo vogliono continuare a usare i poligoni esattamente come hanno fatto negli ultimi quarant'anni. Solo che il Comipa ha detto no. Ora sarà il ministro della Difesa Roberta Pinotti a dover imporre, con decreto, le esercitazioni in Sardegna.