CAGLIARI. Entrambe le mani fasciate, bruciato dal fuoco che ha cercato di spegnere per salvare la sua famiglia e la sua casa. Le lacrime agli occhi. Si presenta così Magdy Osfer, 60 anni, mediatore culturale in pensione che vive al civico 32 di via Dei Pisani alla Marina insieme alla sua famiglia, la moglie e tre figli. La sua palazzina è stata presa di mira da parte (per ora) di ignoti. Insieme a due auto parcheggiate all’inizio della via dalla parte di via Regina Margherita. E anche a una palazzina e ad altre auto in via Barcellona e al tendone del Café Barcellona nel vico Barcellona.
Teppisti hanno tenuto sveglio il quartiere questa notte dopo le 2. E a fine mattinata sono rimaste le carcasse di quattro auto bruciate, la fuliggine degli abiti stesi andati in fiamme, e ancora si respirava l’odore di fumo nell’aria. Proprio intorno alle 12 Magdy Osfer stava rientrando dall’ospedale. Aveva entrambe le mani fasciate. Nella palazzina dove vive si è sfiorata la tragedia. Proprio a ridosso del balcone al primo piano dello stabile c’era una bombola del gas. La prima a svegliarsi è stata sua moglie, ha sentito rumori provenire dalla piccola cucina. Poi è corso subito il marito, ha cercato immediatamente di spegnere le fiamme mentre è scattato subito l’allarme con la chiamata al 115. Ma nel frattempo la preoccupazione di Magdy Osfer, era quella di salvare sua moglie e i suoi figli. E l’intera palazzina. Ha preso la bombola con le mani nude, è così che si è bruciato.
La moglie del signor Osfer racconta che l’uomo gridava aiuto. La via era priva di illuminazione da due giorni. Lo conferma il diretto interessato. “Non c’era nessuno, ho chiesto aiuto, i vigili del fuoco sono arrivati dopo due ore. I miei figli mi aiutavano con un secchio d’acqua. Non riuscivamo a respirare per il fumo, ero molto preoccupato per i miei figli”. Ed è proprio mentre parla dei suoi figli che Magdy Osfer inizia a piangere. “Grazie a Dio li ho salvati e ho salvato tutta la zona, ho preso la bombola del gas in mano e la vernice mi è rimasta attaccata alle mani. Con la bombola sarebbe scoppiato tutto, io amo la Marina, però è vergognoso che accadano queste cose”. Altrettanto pensa la sua vicina di casa, Lorella Perra, che proprio a fine mattinata stava andando a sporgere denuncia dai Carabinieri contro ignoti con Magdy Osfer.
“Io vivo qua dal 2000”, spiega la donna, psicoterapeuta, che preferisce non essere ripresa per tutelare i suoi pazienti. “Più che un’auto bruciata, trovo ancora più grave che si dia fuoco alle case. Si tratta di un’escalation di atti di teppismo sempre più distruttivi”. Lei vive al secondo piano, sopra la famiglia Osfer. “Non ho sentito nulla, qualche rumore, ma ho pensato che fossero i soliti ragazzini con i loro schiamazzi nella piazza Sant’Eulalia. È dal 2015/2016 che si va avanti così, con assembramenti in piazza, difficoltà a dormire. Notti in cui non si dorme. Quest’estate una signora anziana si è affacciata dalla palazzina della piazza per sgridare i ragazzi che urlavano e le hanno lanciato alcune bottiglie. È come se ci fosse la volontà di farci andare via tutti, io avrei voglia di vendere la mia casa ma sono legata a questa casa”. Intanto esplode la polemica sulla sicurezza nel quartiere a ridosso del porto. Il Pd in consiglio comunale, per bocca del capogruppo Fabrizio Marcello, accusa il sindaco di aver promesso un presidio di polizia e di aver più volte annunciato interventi di gestione dell'ordine pubblico. "Ma finora non è stato fatto nulla"£, aggiunge Marcello, "è arrivato il momento di agire, anche tutti insieme"
- Monica Magro
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