CAGLIARI. “Avevamo una riunione importante alla Lega navale per il rilancio della nostra barca dedicata alla classe paralimpica, il presidente si è un po' lamentato di questo tappo, ma io l’ho rassicurato, gli ho detto di non preoccuparsi, perché era la baracca di cantiere”. Questo il racconto di Maria Sias, ingegnere noto a Cagliari con 50 anni di professione alle spalle.
Nessuna ironia dunque. La professionista pensava che i chioschi nati sul lungomare a Su Siccu (in particolare il primo, è l’unico terminato) fossero strutture di cantiere. Di certo non pensava che quelli invece sono i chioschi con vista sul mare posizionati lungo la passeggiata riqualificata.
“È stata una brutta sorpresa”, dice la Sias, “non voglio fare polemica. Voglio che venga recepita l’idea che questa città merita qualità architettonica, di paesaggio, diversa, consona con quella che è la ricchezza ambientale di Cagliari”. Quindi la professionista non esclude la presenza di chioschi, ma bensì pensa ad altre strutture. “Chiederei che vengano spostati, tutto si può fare se si vuole, si buttano tanti soldi, questi non sarebbero soldi buttati”.
Eppure una soluzione, tornando indietro, poteva esserci. “L’associazione Culturale degli Ingegneri di Cagliari aveva già proposto da tempo di fare un concorso di idee finanziato dalla stessa associazione per fare strutture precarie da dislocare nelle zone sensibili delle aree urbane, primo fra tutti, il frontemare”. Proposta evidentemente rimasta inascoltata.