CAGLIARI. Piccoli commercianti che hanno chiesto aiuto al Comune per pagare l’affitto del loro locale in lockdown, lavoratori che con la pandemia sono rimasti disoccupati e hanno dovuto fare affidamento sul reddito di cittadinanza. E ancora: studenti residenti in città che riuscivano a pagarsi l’affitto di una stanza facendo i camerieri, e si sa, i locali sono rimasti chiusi per un lungo periodo, quindi i ragazzi hanno perso il loro lavoro.
Per questo tutti hanno bussato alla porta dei Servizi Sociali per chiedere un aiuto per il canone d’affitto. Si tratta di una parte dei nuovi poveri. Una platea che conta una crescita del 10 per cento. Ma il vero impatto sociale del virus è difficile da stimare, perché i canali di aiuto sono molteplici e patrono da vari enti: difficile, al momento, monitorarli tutti.
Ma il fenomeno, a Cagliari, è pesante. “Per fortuna abbiamo superato le emergenze legate ai giovani studenti”, spiega l’assessore ai Servizi sociali Viviana Lantini, “la richiesta è durata pochissimi mesi”.
Intanto In questi giorni l’amministrazione comunale ha pubblicato l’avviso che precede la pubblicazione del bando per i buoni spesa. “L’ultimo avviso del Comune ha accolto da marzo 2020 a dicembre scorso 20285 richieste”, dice la Lantini, “abbiamo i fondi ministeriali e prontamente gli uffici hanno elaborato il bando con i criteri che possono venire incontro a tutti quelli che ancora stanno risentendo anche del consumo di quelli che erano i loro risparmi”.