CAGLIARI. Un milione 235mila e 47 sardi hanno ricevuto la prima dose di vaccino contro il Covid. Di questi, 1.204.697 hanno completato il ciclo. La Sardegna è la quarta regione per somministrazioni ogni 100mila abitanti: sono 151.878,7.

Eccoli, gli altri numeri. Quelli che non stanno salendo più alla ribalta delle cronache che in questi giorni sono dominate dalle proteste contro il green pass. Ma non sono queste ultime ad arginare la diffusione del coronavirus, né nell’isola né altrove. Perché bisogna ricordarselo: se adesso l’attenzione si è spostata su diritti alla libera scelta che verrebbero calpestati, solo un anno fa gli italiani, sardi compresi, erano chiusi in casa perché fuori c’era il contagio dilagante, le terapie intensive si riempivano ancora, le attività commerciali erano chiuse, serpeggiava la disperazione, bisognava avere un giustificato motivo per uscire di casa.
Ora sembra tutto dimenticato. Perché si esce, si vive, si lavora, se il lavoro c’è. Il motivo? I sardi si sono vaccinati in massa. E coloro che lo hanno fatto hanno portato ai risultati che sono sotto gli occhi di tutti: nelle terapie intensive restano solo 9 contagiati. E i numeri sono in calo costante. Quello dei malati gravi come il dato dei ricoverati con sintomi: ne sono rimasti 76. I negazionisti oltranzisti continuano a sostenere che anche il vaccinato può essere contagiato. Vero, ma a parte che ha meno probabilità che gli succeda, ne ha ancora meno, fino al 95% in meno, di finire in ospedale.
Numeri e dati. Il resto sono opinioni, liberamente esprimibili in uno Stato dove vige la Costituzione italiana. Ma stavolta pare proprio abbia ragione la maggioranza, quella silenziosa. Che in piazza non ci va e vuole continuare a vivere. Normalmente. E vaccinandosi ha protetto anche chi non lo ha fatto.