CAGLIARI. Addio allo smart working anche in Sardegna. Ma potrebbe essere un arrivederci. I dipendenti regionali si preparano a tornare al lavoro il 15 ottobre, secondo le direttive le Governo.
Ma mentre molti ritengono che sia la scelta più giusta e più produttiva per la macchina della pubblica amministrazione, l’assessore al Personale Valeria Satta, ha un’idea ben precisa e va controcorrente. “Ho sempre creduto nella formula dello Smart working e del lavoro agile, ho potuto verificare in Regione che la formula funziona anche se va disciplinata meglio e vanno utilizzati altri parametri o direttive, ma credo che sia la formula per definire una pubblica amministrazione moderna ed efficace”, tanto che spera che il Governo possa includere ancora questa modalità lavorativa, “mi auguro che le linee guida ministeriali possano evolversi”. I
dati che arrivano dagli uffici della Regione dicono che ci sono 5175 vpn attive ossia 5175 lavoratori che potrebbero attivare o hanno attivato lo Smart working. Ma i dipendenti del sistema Regione in totale, se si contano anche le agenzie, sono quasi 9mila compreso il corpo forestale.
I dati aggiornati a giugno di quest’anno dicono che il 73% degli amministrativi erano in Smart working, i forestali il 14%, mentre i dirigenti quasi la metà, il 49%. “La nostra Regione ha affrontato in maniera egregia tutta la fase emergenziale della pandemia, soprattutto per la tutela dei propri dipendenti”, precisa la Satta, “oggi possiamo affermare di essere pronti per il rientro in sede in condizioni di assoluta sicurezza. La modalità dello Smart working rimarrà comunque uno strumento utilizzabile in situazioni particolari come ad esempio quella dei lavoratori fragili”. Per l’assessore Satta l’importante è “la sicurezza della salute dei lavoratori, sarà un unico denominatore comune”.