CAGLIARI. Un decimo dei sardi non è vaccinato, e rientra nella fascia d’età 40-50 anni. Lo dicono i numeri, ma purtroppo anche i posti letto occupati negli ospedali dai pazienti con Covid. Sono 144.300. E questo sembra l’unico gap della campagna vaccinale che in Sardegna, rispetto anche ai mesi scorsi, sta procedendo in maniera spedita. Per loro l’Isola è riuscita a raggiungere il 68 per cento di inoculazioni. Ma è un problema che riguarda l’intera Italia, dove si arriva al 70 per cento.
“I motivi sono due”, spiega Gabriele Mereu, responsabile vaccinoprofilassi dell’Ats, “sono stati gli ultimi ad essere stati chiamati rispetto ad esempio agli over 80, non hanno grosse patologie e quindi non ritengono così necessario prenotare la prima dose di vaccino, ma c’è anche un altro aspetto, è la corte d’età dove sono prevalenti i no vax”. E mentre l’Ats auspica che il Governo renda obbligatorio il green pass per altre categorie professionali (il rafforzamento dell’uso della certificazione verde approderà probabilmente giovedì al consiglio dei ministri), si lavora per la terza dose. Dopo la circolare del ministero con le indicazioni, partirà anche nell’Isola tra pochi giorni la possibilità di ricevere la terza dose. Si parte dagli immunodepressi. “La circolare si divide tra la dose addizionale e quella buster”, dice Mereu, “la prima si fa nelle persone che per la loro patologia hanno reagito meno al vaccino, nel secondo caso si fa dopo sei mesi dall’ultima inoculazione ed è il classico richiamo per mantenere nel tempo la protezione immunitaria”