CAGLIARI. L’effetto variante Delta in Sardegna è finito. Lo dimostra il dato dell’incidenza dei contagi, che tiene conto delle nuove positività registrate nell’arco di una settimana su una fetta di popolazione di 100mila abitanti. Più affidabile, perché calcolato su un arco di tempo più ampio, del numero quotidiano degli infettati, soggetto ad oscillazioni repentine.
L’incidenza, secondo l’ultimo aggiornamento, è scesa a 81. Un crollo verticale, se si pensa che solo il 20 agosto aveva raggiunto il picco di 157. L’altezza della curva si è quindi dimezzata in meno di tre settimane. Ha seguito lo stesso andamento tracciato fra aprile e maggio: allora il picco era stato raggiunto il 14 aprile, con un’incidenza a 164. Il dato si era dimezzato nella prima settimana del mese successivo, per crollare a 5 a giugno. Da allora la Delta era esplosa in tutta la sua forza, portando la Sardegna ad avere l’incidenza peggiore d’Italia.

Ora la fase è calante. E il virus, con le mutazioni attualmente conosciute, è destinato a scontrarsi contro il muro dei vaccini. L’Isola è la regione con il maggior numero di giovani tra 12 e 19 anni che hanno ricevuto la prima dose. In tutto nell’Isola ne sono state somministrate quasi 2,2 milioni.
Il vaccino, si sa, non protegge (in toto) dal contagio. Ma i suoi effetti sono chiari: in ritardo, come è ovvio, ma stanno calando anche i ricoveri. E in terapia intensiva sta finendo solo chi del vaccino proprio non ne vuole sapere.