CAGLIARI. Mezzo milione alle strutture sanitarie delle Diocesi sarde, non accreditate, per l'accoglienza dei bimbi affetti da sindrome di Asperger. Venti (milioni) per garantire il funzionamento del Mater Olbia. La nascita di una nova, ulteriore, azienda sanitaria. E un presunto squilibrio delle risorse in favore del sud a danno del nord della Sardegna. Sono le spese e le novità previste dal Pl 286, la cosiddetta "legge omnibus", che hanno rallentato l'iter della norma nella commissione Sanità del consiglio regionale, che ha chiesto più tempo per poter analizzare tutte le voci del testo da 300 milioni che, tra le altre cose, contiene anche gli indennizzi per i danni degli incendi di fine luglio.
Il parlamentino era riunito questa mattina alla presenza dell'assessore alla Sanitò Mario Nieddu. Nell’art.5, fra l’altro, è contenuta una norma che autorizza la spesa di 500.000 euro per il triennio 2021-2023 a favore delle Diocesi “proprietarie di strutture destinate al sostegno delle famiglie con bambini affetti dalla sindrome di Asperger e sclerosi multipla” ancora non accreditate. E sul punto sono state sollevate numerose perplessità.
Inoltre, molti commissari hanno sollevato dubbi sull’intervento della Regione per coprire in parte (attorno ai 20 milioni, ma da calcolare nel dettaglio) nell’ambito degli interventi di contrasto al Covid, i costi di funzionamento del Mater Olbia, struttura che a causa della pandemia non è entrata pienamente “a regime”.
Le osservazioni principali formulate dai commissari sono due: da un lato di metodo, perché la dimensione del possibile intervento non è stata quantificata, dall’altro di merito perché lo stesso intervento sarebbe in contrasto con la decisione del Consiglio regionale di “girare” le eventuali economie al sistema pubblico.
Nieddu ha replicato ricordando che la nascita del Mater Olbia deriva da un accordo fra Stati formalizzato da successive intese sottoscritte da diversi Governi succedutisi nel tempo con la Regione ed è di conseguenza attuale l’interesse del Ministero della Salute e degli altri dicasteri coinvolti.
All'articolo 20, poi, è prevista una modifica della riforma sanitaria approvata nel 2020, giustificata in parte dai rilievi della Corte Costituzionale: consentirebbe la nascita di una nuova azienda (con la dotazione iniziale di 2 milioni di euro ed un organico di 20 unità). Per Giorgio Oppi sarebbe "la quattordicesima, un ritorno al passato".