CASTIADAS. Turismo cafone in Sardegna? Un esempio arriva da Cala Sinzias: riceviamo e pubblichiamo una mail arrivata alla redazione con il racconto, documentato dalle foto, di uno spiacevole episodio del quale sono stati vittime tre ragazzi sardi (un giovane e due amiche). Arrivati in spiaggia si sono trovati, davanti alla riva, un ombrellone chiuso che occupava lo spazio migliore. Hanno deciso di toglierlo, per rivendicare un loro diritto. E, stando a quanto raccontato, sarebbero stati aggrediti da un gruppo di bagnanti toscani - forse amici dei proprietari dell'ombrellone abusivo - che , tra male parole e minacce, avrebbero anche detto "voi sardi dovreste essere grati ai turisti che vengono qui nonostante il Covid". Ne è nato un lungo diverbio, che non ha suscitato ulteriori reazioni in spieggia. nemmeno a difesa dei ragazzi.
Ecco la lettera integrale.
Scrivo per raccontare un episodio estremamente spiacevole e al limite dell'aggressione accaduto oggi a Cala Sinzias.
Io e due amiche, da un paese del Campidano, raggiungiamo la spiaggia alle 12:15 circa, e decidiamo di piazzarci con due ombrelloni in uno spiazzo vicino riva che ci accoglieva alla perfezione, perfettamente distanziati da altri bagnanti.
Se non fosse che al centro di questo spiazzo c'era un ombrellone chiuso con spiaggiola annessa, apparentemente senza padroni. Pratica diffusa dei furbetti che lasciano l'ombrellone in spiaggia per tenersi i posti migliori mentre loro si fanno i porci comodi in villetta per ore. Allora decidiamo di piazzarci lì comunque, spostando l'ombrellone del furbetto di lato.
Qui inizia un diverbio infuocato, urla e minacce, dapprima con un singolo bagnante toscano , poi con almeno altri quattro nuclei distinti ma tutti di provenienza toscana, che ci circonda e ci apostrofa di ignoranza e cafoneria, frasi come "Voi siete la vergogna di quest'isola, dovreste essere grati ai turisti che vengono qui nonostante il covid, io sono più sardo di te perché vengo qui da 20anni, mettiti tu dietro dato che c'è spazio, qui è prenotato dalle 7 di mattina e tu vieni ai tuoi porci comodi, ora chiamo i carabinieri e ti denuncio ( chiamati seriamente ma senza nessun intervento perché ovviamente nel torto), se vuoi i bei posti vieni prima, vent'anni fa non c'era niente, ringraziamo i turisti".
Il tutto corredato di minacce verbali ( ti spacco la faccia, volano pugni,ecc), intimidazioni fisiche, faccia a faccia repentini con 30cm di distanza contro due ragazze calmissime che spiegavano le loro ragioni con fin troppo garbo e contro me unico maschio ma etichettato come "ragazzino ganzo e ignorante".
Noi per toglierci ogni dubbio abbiamo contattato i carabinieri di Castiadas e ci hanno rincuorato dandoci ragione, nessuno può lasciare l'ombrellone in spiaggia libera incustodito per farsi i propri comodi altrove impedendo agli altri di fruire degli spazi pubblici. Hanno anche aggiunto che più volte chiudono un'occhio, specialmente in agosto. Questo non giustifica un'aggressione del genere, urla disumane, una magra figura per loro ma anche per noi coinvolti involontariamente in questa diatriba.
Questo stava chiaramente a significare avere oltrepassato un limite, una regola non scritta dei villeggianti cronici della spiaggia, dove appunto tutti si conoscono, si credono i padroni e difendono a spada tratta questo abominevole modo di prevaricazione sul singolo bagnante.
Per la cronaca, l'ombrellone della discordia, alle 18 circa ancora era senza padrone, e dopo le nostre foto è magicamente sparito.
Loro tronfi si raggruppavano e continuavano ad affermare la loro ragione. Noi ci siamo spostati di una cinquantina di metri per non vedere quegli atteggiamenti da vero cafone.
La Sardegna non si merita questo tipo di turismo gangster.
Ciò che ci ha colpito è stato anche che nessuno è intervenuto a difenderci e soprattutto a difendere un diritto di tutti.
- Redazione
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