CAGLIARI. "L'incendio che ha devastato la Sardegna andava spento vent'anni fa": parole di Raffaella Lovreglio, docente della facoltà di Agraria di Sassari. "Il grave errore? Ave fatto sparire il bestiame dalle campagne": il pensiero di Fortunato Ladu, pastore. Da due diversi punti di vista dicono la stessa cosa: l'arma più potente contro il fuoco è la prevenzione.
Senza arrivare a ripopolare i piccoli paesi della Sardegna, con le conseguenti attività di manutenzione dei boschi, perché si tratterebbe di un processo lungo, si potrebbe iniziare dalle piccole cose. Che tanto piccole non sono. Tipo: fare in modo che le strisce tagliafuoco siano sgombre. Ossia: siano davvero delle lunghe aree che tagliano in due la vegetazione più alta, sgombre di arbusti, magari anche carrabili. E svolgano davvero la loro funzione, quella di arginare la corsa dell'incendio perché manca il combustibile, la vegetazione.
Invece quello sopra è un video che arriva dalle alture tra Macomer e Scano Montiferro: è stato girato ieri. E quella inquadrata è una striscia tagliafuoco. O meglio: dovrebbe esserlo. Perché è invasa dalla vegetazione secca. Una striscia appiccafuoco, piuttosto. E stando alle testimonianze non è l'unica in quelle condizioni.