CAGLIARI. Isolamento domiciliare, l'altra faccia dei ricoveri dopo il contagio. L'andamento è ormai consolidato: a fronte di numeri sempre più elevati di nuove positività quotidiane, in questa fase dell'epidemia - caratterizzata dall'alto numero di vaccinarti a fare da argine - sono pochi coloro che finiscono in ospedale. Sono meno di 60 in tutti i reparti.
Ma quando viene accertata la presenza del virus il meccanismo è sempre lo stesso: sintomatici o no si resta a casa. In quarantena. Così ecco che nell'ultima settimana 1.088 sardi sono stati costretti a tagliare ogni contatto con il mondo esterno. Erano 1353 venerdì scorso, sono risultati 2.441 ieri.
Una progressione impressionante, che sembra destinata ad accelerare. Basti pensare che la Città metropolitana di Cagliari è la seconda provincia d'Italia per incidenza dei contagi nell'ultima settimana: le nuove positività sono state 199,2 ogni 100mila abitanti. Peggio solo Caltanissetta, in Sicilia, con 243.
Tutti isolati, che non lavorano e hanno dovuto interrompere ogni relazione sociale diretta. A questi dati vanno aggiunte le quarantene per contatto diretto: a ogni positivo accertato va aggiunto un numero variabile di soggetti, che va da tre a dieci, che non possono muoversi in attesa di test.