CAGLIARI. A Cagliari si potrà bere fino alle 22 e non solo al tavolino. Arriva dal Consiglio di Stato la bocciatura per l'ordinanza del sindaco Paolo Truzzu che imponeva lo stop alla somministrazione alle 21, se non ai clienti seduti. Ora i locali potranno servire anche coloro che stanno in piedi, nell'area davanti all'attività.
A proporre il ricorso al Tar della Sardegna era stata la società Lemura, proprietaria del De Candia, nel quartiere di Castello: un locale che ha pochi tavoli all'esterno e, con l'ordinanza del sindaco entrata in vigore il primo giugno, aveva dovuto patire un drastico calo degli incassi. A tutelarne gli interessi l'avvocato Matilde Mura.
Il primo round, davanti ai giudici di piazza del Carmine, è stato perso: a Cagliari il tribunale, con ordinanza, aveva riconosciuto la legittimità del provvedimento del Comune e respinto la richiesta di sospensiva.
Si trattava di un'ordinanza "contingibile e urgente". Uno strumento che i primi cittadini possono adottare per affrontare situazioni straordinarie e imprevedibili.
Lo scopo del Comune era quello di ridurre le occasioni di assembramento, quindi tentare di contrastare la circolazione del virus. Solo che l'ordinanza è stata rubricata come legata all'ordine pubblico. E in questo campo provvedimenti di questo tipo - meno restrittivi - vengono adottati da quattro anni. Viene a cadere, quindi, il requisito dell'urgenza.
Ed è questo l'argomento che è stato accolto dal presidente della quinta sezione del Consiglio di Stato, al quale si è appellata l'avvocato Mura. Che ha stabilito il ripristino delle prescrizioni comunali valevoli per gli anni passati. Quindi: somministrazione libera fino alle 22, anche per chi non è al tavolo.