CAGLIARI. La Sardegna a rischio zona gialla. Lo dicono i numeri: se si dovesse superare la soglia dei circa 800 contagi alla settimana l'incidenza salirebbe sopra il "fatidico" limite dei 50 ogni 100mila abitanti e scatterebbe il cambio di colore. Per l'Isola, comunque, stando ai dati, non succederebbe da lunedì prossimo. Il pericolo si fa concreto nel monitoraggio successivo, che riguarderebbe la settimana che inizierà dal 26 luglio. Fatte salve modifiche ai criteri che, su pressione dei governatori, potrebbero basarsi solo sulle ospedalizzazioni e non più sui positivi.
In attesa di un'evoluzione degli scenari normativi, cosa succederebbe in concreto in caso di passaggio in zona gialla? Fatto salvo un danno d'immagine, ovviamente.
La normativa di riferimento attualmente in vigore è quella del decreto Riaperture bis, efficace dal 18 maggio. La lettura degli articoli rivela che per la vita di tutti i giorni dei sardi cambierebbe poco o nulla. Il coprifuoco è abolito ovunque. Non ci sarebbero limitazioni di orario per le attività di ristorazione e per i locali dove tornerebbe in vigore il limite dei quattro clienti per tavolo. Palestre, piscine, teatri e altre attività potrebbero continuare a lavorare, nel rispetto dei protocolli di sicurezza.
Potrebbe tornare l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto, perché l'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che l'ha abolito fa riferimento solo alle zone bianche.
In caso di aumento incontrollato della circolazione virale, comunque, si resterebbe in zona gialla anche con una incidenza sopra i 150 casi e inferiore ai 250 se il tasso di occupazione dei posti letto resta inferiore al 30 e 20% rispettivamente in area medica e in terapia intensiva.
Ecco il passaggio specifico del decreto, valido fino al 31 luglio.
a) "Zona bianca": le regioni nei cui territori l'incidenza settimanale dei contagi e' inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive; b) "Zona gialla": le regioni nei cui territori alternativamente: 1) l'incidenza settimanale dei contagi e' pari o superiore a 50 e inferiore a 150 casi ogni 100.000 abitanti; 2) l'incidenza settimanale dei casi e' pari o superiore a 150 e inferiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti e si verifica una delle due seguenti condizioni: 2.1) il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti COVID-19 e' uguale o inferiore al 30 per cento; 2.2) il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti COVID-19 e' uguale o inferiore al 20 per cento; c) "Zona arancione": le regioni nei cui territori l'incidenza settimanale dei contagi e' pari o superiore a 150 e inferiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti, salvo che ricorrano le condizioni indicate nelle lettere b) e d) del presente comma; d) "Zona rossa": le regioni nei cui territori alternativamente: 1) l'incidenza settimanale dei contagi e' pari o superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti; 2) l'incidenza settimanale dei contagi e' pari o superiore a 150 e inferiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti e si verificano entrambe le seguenti condizioni: 2.1) il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti COVID-19 e' superiore al 40 per cento; 2.2) il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti COVID-19 e' superiore al 30 per cento.».
- E.F.
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