CAGLIARI. La Sardegna è la regione con l'indice Rt più alto d'Italia. L'indicatore che illustra il tasso di replicabilità del virus nell'Isola, stando all'ultimo monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità volta sopra l'1, fermandosi nel valore medio a 1,09. Un primato tutt'altro che invidiabile che l'Isola condivide con l'Abruzzo.
Sia chiaro: l'Rt non è tra i valori che vengono presi in considerazione per determinare l'adozione di eventuali provvedimenti restrittivi. Ma in passato è stata la spia di un imminente aumento dei contagi, quando i numeri iniziavano a viaggiare costantemente in doppia cifra.
Per capire: con il vecchio Dpcm la Sardegna sarebbe finita in zona gialla. Ma adesso conta l'incidenza, ossia il numero di contagi per 100mila abitanti nell'arco di una settimana: l'Isola viaggia intorno al 10. Anche in questo caso in aumento, ma ben lontano dalla soglia critica dei 50.
Le tabelle dell'Iss però rivelano anche che, oltre alle positività, sono in aumento anche i focolai. Tutti, ormai è certificato, scatenati dalla variante Delta. Come successo a Ghilarza e, forse, a Serrenti. E questi casi, recenti, non sono ancora entrati nel periodo di analisi della cabina di regia, che ha lavorato sulle giornate che vanno dal 28 giugno al 4 luglio. E oggi il bollettino della Regione parla di 51 nuove positività scoperte in sole 24 ore.
Dall'altro lato, non ci sono state vittime e non cambia la situazione negli ospedali, dove restano 34 ricoverati, dei quali sono uno grave, da tempo. Merito dei vaccini, certo. Ma la Sardegna è anche la regione dove circa 100mila over 60 non hanno ricevuto nemmeno la prima dose.