CAGLIARI. "Eri un giusto, nel luogo e nel momento sbagliato". Morto per un'ingiustizia, "perché uno psicopatico non è stato tenuto in carcere". Niente parole di circostanza, ma un profondo e toccante pensiero quello che Francesca Rubiu, titolare del Vanity Beach di Solanas, dedica a Massimiliano Lilliu, ucciso a trent'anni nella notte tra sabato e domenica in un appartamento di via delle Doline, nel quartiere cagliaritano di via Is Mirrionis. L'assassino, che ora si trova in carcere, è Francesco Massa, ambulante di 63 anni. Aveva già ucciso, nel 1995, a Domusnovas: anche allora la vittima era stato un ragazzo e anche allora aveva usato un coltello. Come quando si è accanito su Lilliu, con 13 fendenti. Era stato condannato a 22 anni di carcere. E tornato in libertà ha colpito di nuovo.
Lilliu, per la sua datrice di lavoro, non era "solo un cuoco". "Eri un gran lavoratore", scrive l'imprenditrice superando la barriera del riserbo per celebrare questo ragazzo. "Sei stato un raggio di sole in mezzo alla guerra di una stagione lavorativa estiva, il tuo sorriso e la tua professionalità mi dava forza. Al colloquio non hai svelato quanto fossi bravo. Perché la tua umiltà era immensa. Avevi un gran futuro davanti, sapendo che per il Vanity sarebbe stato solo un fortunato passaggio, a fine serata pensavamo a quando saresti diventato uno Chef in un ristornate stellato".
"Amavi quello che facevi", scrive ancora, "difendevi i tuoi colleghi, aiutavi la tua titolare a tirar fuori il meglio, e non avevi paura del carico del lavoro. Anzi, mi spingevi a proporre cose nuove, nonostante questo potesse farti stancare e aumentare le ore lavorative. Eri un ragazzo completamente diverso dalla massa. Non volevi avere sussidi, li odiavi, eri felice di guadagnarti il vivere. Per questo hai accettato la mia proposta lavorativa. Cercavi di mantenere l’armonia. Volevi fare sempre di più, ma non per te. “Francy tu hai investito", mi hai detto ad una riunione, incoraggiandomi a non arrendermi con il mio nuovo menu".
Ora Massimiliano è stato strappato alla vita per sempre, dopo una lite nata per dissidi tra coinquilini: "È difficile ora non averti", continua la Rubiu, "sarà complicatissimo continuare. Quando passa un anima così pura nella tua vita, l’assenza crea dolore. Non avrei mai voluto scrivere pubblicamente, ma mi sento moralmente costretta, perché leggo solo dell’ingiustizia di non aver tenuto in carcere uno psicopatico".