VILLACIDRO. Due notizie. La prima: l'impianto di compostaggio di Villaservice è fuori uso, tutti i comuni che in genere conferiscono l'umido nella struttura di Villacidro sono autorizzati a buttare tutti in discarica, anche senza pretrattamento. La seconda, forse peggiore: tutti gli impianti della Sardegna tutti gli impianti di smaltimento e recupero della frazione organica sono prossimi all'esaurimento.
Sa tanto di emergenza rifiuti il contenuto dell'ordinanza contingibile e urgente firmata dall'amministratore straordinario della provincia del Sud Sardegna, Mario Mossa. Il quadro ben poco confortante con la stagione estiva che sta entrando nel vivo - e la conseguente moltiplicazione delle utenze e la crescita esponenziale dei rifiuti da smaltire - parte da un problema: Villaservice, società che gestisce l'impianto di smaltimento di rifiuti di numerosi comuni (Villacidro, Gonnosfanadiga, Sanluri e Arbus la controllano) ha comunicato "l’avaria all’impianto di trattamento della frazione organica". Si è rotto il termomiscelatore e da oggi il macchinario è fermo. I tempi di riparazione sono stimati in cinque giorni. Ma non sono certi. Così è necessario "conferire in discarica la frazione organica da raccolta differenziata prodotta dai Comuni che attualmente conferiscono all’impianto di Villacidro anche in assenza del preventivo trattamento". Insomma: l'utente differenzia, tutto finisce dritto in discarica. La decisione è definita "indifferibile e urgente".
E le alternative non ci sono. Mossa ha provato a trovare un altro impianto disposto a ricevere l'immondizia. Ma dalla Regione hanno fatto sapere che "anche a seguito di una ricognizione compiuta per le vie brevi, non è stato possibile individuare potenzialità sufficienti per avviare integralmente a recupero la frazione organica". Non c'è posto. Addirittura nella nota del Servizio tutela dell’atmosfera e del territorio dell’assessorato regionale all'Ambiente si legge che “con l'avvio della stagione turistica l'assessorato sta ricevendo segnalazioni di prossimo esaurimento delle potenzialità di recupero della frazione organica autorizzate in tutti i bacini territoriali in cui è divisa la regione". Insomma: gli impianti sardi sono saturi.