CAGLIARI. “Ridurre il livello di attenzione può risultare pericoloso, non si deve abbassare la guardia”. Così l’epidemiologo e docente dell’Università di Sassari Giovanni Sotgiu in riferimento ai casi di variante presenti nell’Isola che tuttavia non hanno prodotti effetti sui contagi. Ieri si è contato un solo caso di positività al Covid, e la Delta rimane circoscritta con 29 casi nel nord Sardegna e 14 nel sud.
“Non tutti i soggetti positivi nell’Isola sono stati sottoposti a sequenziamento, in Italia aumentano i casi di variante delta dove si stanno eseguendo le analisi di sequenziamento”, spiega Sotgiu, “dobbiamo valutare quanto sta accadendo in altre realtà geografiche come la Francia o Germania dove si è registrato un incremento di casi di variante Delta e ovviamente quanto è accaduto nel Regno Unito che per primo ha presentato questa tipologia di variante e di settimana in settimana il numero di casi sta aumentando”. E se è vero che la campagna vaccinale è in corso, non basta. “Insieme ai livelli di copertura vaccinale ci vuole un atteggiamento di massima cautela in questa fase, bisogna continuare a mantenere le misure che in questi mesi hanno evitare la diffusione del contagio, come uso della mascherina in momenti in cui non si può mantenere la distanza di sicurezza anche alla luce dei flussi turistici che possono arrivare anche da paesi dove è presente la variante”. Ma potrebbe accadere quanto è successo lo scorso anno quando l’Isola era praticamente Covid free, e poi con i flussi turistici si è verificato un aumento dei contagi con l’esplosione di focolai?
“È possibile, con una differenza, oggi c’è una campagna vaccinale in corso che rappresenta una variabile importante, tuttavia con la presenza di una variante così contagiosa in grado di evadere il sistema immunitario anche di soggetti vaccinati con una sola dose, deve invitare tutti a rispettare le misure di sicurezza, il vaccino non rappresenta l’unica chiave”. Intanto i controlli nell’Isola non ci sono così come nel resto d’Italia. “Sarebbero utili quelli interregionali ma soprattutto nazionali perché l’italia può essere raggiunta da soggetti che arrivano da nazioni dove la variante è particolarmente diffusa, paesi come la Nuova Zelanda ad esempio o Israele, hanno adottato questo tipo di interventi”