CAGLIARI. La maggiore intensità di vita restituita dalla zona bianca si porta dietro anche un rischio superiore di farsi male e di finire in ospedale. Ma a Cagliari, dopo la riorganizzazione della rete ospedaliera necessaria per affrontare l'emergenza Covid, sono rimasti aperti solo due pronto soccorso. Quello del Brotzu e quello del Policlinico. Il Santissima Trinità resta blindato come un fortino contro il virus, mentre il Marino rimane chiuso: doveva essere riaperto ieri, secondo le comunicazioni dell'Ats, ma non è successo.

Così restano solo due strutture per le urgenze, al servizio di un'utenza di mezzo milione di residenti. Poche. E vanno in sofferenza. I tempi di attesa sono di svariate ore, anche per chi arriva in codice giallo. Nel pomeriggio di oggi al Brotzu risultano 47 pazienti in fila, 38 al Policlinico.

Il chirurgo ortopedico del Brotzu Paolo Sailis guarda ai numeri dei ricoveri per Covid, in costante calo, e riflette: "I colleghi dei due Pronto soccorso attivi stanno sopportando carichi di lavoro insostenibili e i pazienti sono costretti a ore e ore di attesa. Guardate cosa vuol dire “codice giallo” e pensate se foste voi o un vostro caro a dover aspettare per un tempo indefinito, perché nelle sale del PS stanno visitando decine di pazienti col vostro stesso indice di gravità". Per il medico "è necessario, anzi è fondamentale riaprire subito Is Mirrionis senza un giorno di ritardo. Perché questa non è un’emergenza, questa sarà la routine da ora in poi".