CAGLIARI. Un mese di silenzio social imposto da un blocco di Facebook: a qualcuno non era piaciuta la sua campagna contro l'arrivo di Matteo Salvini a Cagliari. Ma al primo post dopo la "resurrezione" del suo profilo, l'attrice cagliaritana Tiziana Troja non rientra in punta di piedi. Anzi: il suo primo pensiero va al sistema di comunicazione ai tempi del social network, ma in particolare l'attenzione si concentra sulle "colleghe" che accettano di fare sesso con i potenti per fare carriera. Un tema caldo dopo l'esplosione dello scandalo del produttore hollywoodiano Harvey Weinstein, col quale molte attrici sono dovute scendere a patti sessuali. In Italia il sistema è uguale, pare.
Una recente intervista di Tiziana Troja ai microfoni di Youtg.net
Donne vittime? Secondo la Troja no, né in America né in Italia. Anzi: "Le attrici che scelgono di scopare per fare carriera", attacca senza fare giri di parole, "sono né più né meno che escort con assegni post-datati, ed è dura, durissima non farsi venire un'ulcera e non morire di tristezza e angosciante vuoto di senso quando le vedi troieggiare dietro (o sopra, o di fianco) a registi e produttori e sai già che la tua bravura non conterà, perché "non sei abbastanza simpatica e disponibile ". Che lo stupro è un'altra cosa, e le donne che usano questo termine a sproposito sono indegne di avere diritto di parola di voto". Ma il pensiero della bella e provocatoria attrice delle LucidoSottile è articolato. Eccolo.