CAGLIARI. "Basta con la delegittimazione continua della Regione e del suo presidente. Dalla cerimonia dobbiamo passare al paradigma. Perché dobbiamo ricordare che dopo i vespri sardi ci fu l'epilogo: ci fu chi tradì Giovanni Maria Angioy e chiese aiuto all'esterno per restaurare i Savoia". Christian Solinas interviene così, in consiglio regionale, durante la cerimonia del ricordo dei moti del 28 aprile del 1794, quando la rivolta costrinse alla fuga il vicerè sabaudo.
Guarda al passato, Solinas, ma parla del presente, riepilogando l'elenco degli attacchi che gli sono stati rivolti. Sui vaccini, sulla zona rossa, sulla gestione della pandemia in generale. “La nostra Regione – ha aggiunto – è quella che ha avuto meno settimane di zona rossa, quella che ha stanziato maggiori risorse aggiuntive per ristorare imprese e cittadini. Sui vaccini siamo in linea con i target e gli obiettivi che ci ha assegnato la struttura commissariale”. Rivendica i risultati. E, con un parallelo storico, dice: "Non ha senso chiamare gli aiuti esterni per rappresentare una Sardegna poco autorevole, in panne, in emergenza sanitaria. Chiamare qualcuno dall'esterno, magari per fare delle trasmissioni contro la Sardegna, non è il modo di restituire autorevolezza alle istituzioni".
Il governatore ha detto: "Lo scontro politico deve giocarsi sul terreno dei dati oggettivi, non delle strumentalizzazioni. Solo su quel terreno si può trovare l'unità davanti a un popolo che non salverà un partito o l'altro: la capacità verrà valutata come del sistema politico nel suo complesso".