CAGLIARI. Il virus non si muove in maniera omogenea sul territorio regionale. Il meccanismo ormai è noto: dove è presente, in assenza di misure di contenimento o di barriere vaccinali, si moltiplica seguendo una progressione esponenziale e non lineare. Più focolai significa più cari, a raggiera. Così ecco quello chepuò apparire un paradosso: in Sardegna nell'ultima settimana, se si rapporta il numero di nuovi contagi alla popolazione residente, la provincia di Nuoro è stata tra le più infettate d'Italia. Il Sud Sardegna è tra quelle, invece, con la più bassa circolazione virale.
Il territorio barbaricino, dopo un brevissimo periodo di flessione, tra lunedì 5 aprile e domenica 11 (quando i contagi registrati sono stati 106) è salito a 231 nuovi casi ogni 100mila residenti. Molto al di sopra della media nazionale, che è stata di 170. Se la progressione non dovesse arrestarsi il dato nuorese potrebbe pesare sui prossimi monitoraggi dell'istituto superiore di sanità, che potrebbero imporre zone rosse oltre le due settimane previste dall'ultima ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza.
Dopo Nuoro c'è Oristano, con un'incidenza di 163 nuovi casi sulla stessa fetta di popolazione nell'arco di sette giorni. In risalita. Cagliari viaggia con un'incidenza di 153 mentre Sassari va a 101. Il Sud Sardegna, che fa registrare la quinta incidenza più bassa in Italia, si attesta sul 78. Ma anche qui la curva sembra puntare in alto.
L'intera Sardegna è a 132, ancora al di sotto della media nazionale. In risalta, a causa dell'alto numero di nuovi casi degli ultimi giorni, ma al di sotto del picco massimo raggiunto il 5 aprile, a Pasquetta, con 148.