CAGLIARI. Altro che "svolta", "ripartenza", "ritorno al lavoro". A leggere il recente carteggio tra Sider Alloys - società che all'inizio del 2018 ha rilevato l'ex Alcoa con la promessa del rilancio - e assessore regionale all'Ambiente Gianni Lampis c'è da chiedersi che partita ci sia in atto sul polo industriale che da oltre un decennio domina le cronache della crisi in Sardegna. Qualunque sia, pare che a perdere siano coloro che vorrebbero tornare a guadagnarsi un salario. Perché dallo scambio epistolare dei giorni scorsi si scopre che a Portovesme, nel sempre più derelitto impianto dell'alluminio, non si è mosso nulla. Nonostante l'impegno del governo, della Regione, i proclami, le decine di milioni di euro messe a disposizione. Tutto fermo. E nell'aria si solleva l'odore della beffa.
Succede che il 15 marzo la multinazionale svizzera scrive alla Regione. A febbraio sono state approvate le nuove procedure del Paur, che in interviene sulla valutazione di impatto ambientale semplificandola e snellendola, e degli atti connessi. La Regione si è presa trenta giorni di tempo per stilare le linee guida, utili a tutte le aziende per sapere che documentazione depositare. Non sono arrivate entro il termine stabilito. E Sider Alloys, proprio nel giorno della scadenza dei trenta giorni, chiede: cosa dobbiamo fare per Via, Aia, autorizzazioni paesaggistiche? Insomma: sembra che la società scriva per far capire che se nulla si muove la colpa sia dell'assessorato.
Gianni Lampis, che quell'assessorato lo guida, non ci sta. E la risposta fa emergere un quadro per niente sereno. Scrive, Lampis, che la richiesta degli svizzeri "è giunta, con meraviglia". E spiega che, "come ben noto l'assessorato, sin dal 2018, ha reso edotta codesta società sul fatto che, nel caso fossero previste delle varianti allo stabilimento ex Alcoa, sarebbe potuta essere necessaria l'attivazione della valutazione di impatto ambientale". E aggiunge che Sider Alloys è stata invitata "a presentare apposita istanza di parere". Che è arrivata, "ma solo dopo oltre due anni, a settembre 2020". L'ufficio Via, a ottobre, ha deciso di attivare la procedura ambientale.
Da allora cosa è successo? Nulla. Sono trascorsi cinque mesi, scrive Lampis, "e duole constatare che nonostante la disponibilità manifestata e le garanzie di un iter snello e virtuoso arrivate da tutti gli enti che sarebbero stati interessati, non risulta che codesta società abbia presentato alcuna richiesta di attivazione delle procedure valutative necessarie per il progetto di revamping e la ripresa produttiva".
Quindi la richiesta di chiarimenti risulta "inopportuna e inaspettata". Senza contare che se Sider Alloys si fosse mossa per tempo, sostiene l'assessore, "la procedura ad oggi sarebbe potuta essere alle fasi conclusive". Invece è a terra.
"Su questa vicenda è necessario fare assoluta chiarezza", attacca il consigliere regionale del Partito Sardo d'Azione Fabio Usai, che le dinamiche industriali del Sulcis le conosce bene, "Sider Alloys ha ricevuto la massima disponibilità da parte dei governi di tutti i colori, nazionali e regionali. A dicembre del 2019 è stato anche raggiunto l'accordo sul prezzo favorevole dell'energia", aggiunge Usai, "Invitalia ha dato un'enorme disponibilità economica con soldi pubblici. E oggi si scopre, anche se c'era purtroppo da aspettarselo, che gli svizzeri non hanno fatto quasi nulla per riavviare gli impianti. Non è accettabile, bisogna andare fino in fondo per capire se c'è davvero l'intenzione di ripartire".
- E.F.
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