CAGLIARI. Troppi dipendenti a casa, e la produttività cala. Succede in via San Simone, dove ha sede l’assessorato regionale al Lavoro. Si contano 300 dipendenti, ma con lo smart working imposto dal Governo per contrastare la diffusione dell’epidemia, oggi in ufficio sono 30.
“Ci è stato imposto, il 75 per cento a casa, e il 25 in presenza”, dice Alessandra Zedda, assessore regionale al Lavoro. Le conseguenze, a lungo andare, si fanno sentire: “Non c’è un sistema che controlla la produttività dei dipendenti, che non hanno avuto gli strumenti necessari per poter lavorare da casa. Credo che vada tutto rivisto, sia le percentuali delle persone che possono rimanere in smart working, ma soprattutto quelle che ora credo che debbano rientrare al lavoro”.
E se è vero che la Sardegna parrebbe a un passo dal passaggio in zona bianca, è anche vero che secondo l’assessore Zedda non c’è bisogno di quell’atto formale. “Se si rispettano le condizioni di sicurezza e di sanità pubblica, in questo momento qualche altro dipendente può rientrare già al lavoro”. Chi ne paga le conseguenze sono gli utenti, perché i servizi sono carenti. “Soprattutto quelli dove c’è il rapporto umano che è fondamentale, dove ci sono informazioni riservate e dove occorre la presenza fisica, ad esempio per un colloquio di lavoro. Io faccio il tifo per far rientrare i lavoratori in ufficio”.