CAGLIARI. "Andrò in consiglio regionale a ribadire il no a questa riforma egli enti locali". Distano un centinaio di metri i palazzi di via Roma dove si decidono le sorti del capoluogo e quello della Sardegna. Eppure nel secondo nessuno ha ancora ascoltato in via ufficiale il parere di chi governa nel primo, Paolo Truzzu, sulla riforma degli enti locali che sta per essere approvata.
Il testo di legge prevede la nascita di sei province e due Città metropolitane (c'è anche Sassari): quella di Cagliari, ente nato per gestire in modo omogeneo i servizi di centri "vicini", passi da 17 a 72 comuni. Un soggetto monstre che assomiglierebbe pericolosamente alle vecchia provincia, con ancora meno risorse. Quindi inutile, secondo Truzzu e secondo tutto il consiglio comunale di Cagliari, che ha espresso il suo no all'unanimità.
Dall'opposizione a palazzo Bacaredda è stato lanciato l'allarme: la maggioranza di centrodestra in consiglio regionale vuole approvare la legge snobbando Cagliari e il suo sindaco. Che ieri ha risposto durante la riunione del consiglio comunale: "Andrò domani (oggi, ndr) o dopodomani, l'incontro è stato organizzato. E ribadirò la nostra contrarietà".