CAGLIARI. Collegamenti azzerati, o quasi. Pochi volano, i passeggeri non ci sono più. E l'aeroporto di Cagliari rischia il tracollo. L'allarme era stato lanciato nei mesi scorsi, con i vertici di Sogaer che avevano anche paventato la chiusura dello scalo se la Regione avesse tagliato i voli per arginare la circolazione del virus in Sardegna. Ora che il deserto al Mario Mameli è imposto dai decreti governativi, si fa sempre più nero il futuro per i 600 dipendenti dello scalo, diretti e indiretti. E si mobilitano i sindacati, che chiedono risposte alla regione, con un sit in annunciato per martedì.
Massimiliana Tocco, segretaria della Fit Trasporti, parla di una “crisi devastante, il fatto che sia stato identificato dall’Unione Europea, durante il lockdown, come unico aeroporto sardo aperto, in totale diseconomia e senza alcun ristoro, e anche le difficili prospettive di ripresa, stanno contribuendo a creare voragini”.L’esponente della Cgil in particolare si riferisce ai 600 lavoratori.
“La Regione deve prendere in considerazione cosa sta accadendo all’aeroporto di Cagliari”, ha detto William Zonca, segretario Uil Trasporti, “chiediamo un immediato intervento delle istituzioni a sostegno dei lavoratori e dell’economia del territorio”. “Tutte le aziende si trovano in crisi”, ha detto Michele Palenzona, referente dei Trasporti della Cisl, “vogliamo garanzie per il futuro di tutto il trasporto aereo”.