CAGLIARI. "Il concetto di paesaggio viene mitizzato ed enfatizzato, senza corrispondere ad alcuna realtà fattuale. Gli edifici rurali presenti sul territorio sono sparuti ovili, realizzati con materiali compositi (stile prevalente muratura-lamiera) che non paiono essere indice caratterizzante di qualsivoglia periodo storico, men che meno quelli indicati, bensì di situazioni agropastorali estremamente povere e disorganizzate": così la società Green Energia Sardegna 2, del gruppo FriEl Green Power, bolla il parere rilasciato dalla Soprintendenza archeologica di Sassari e Nuoro, che boccia il progetto di parco eolico a Nule (con ricadute anche a Buddusò e Osidda).
Il procedimento per il rilascio dell'autorizzazione ambientale è in corso. E si scontrano due visioni: quella del mantenimento dello status quo e quella della società, che si dice pronta a effettuare un investimento dichiarato di 28 milioni di euro per la costruzione di 7 pale alte 155 metri, per una potenza di 21 Mw. La Soprintendenza dice che no, quel parco eolico andrebbe a impattare sul paesaggio, causerebbe la distruzione di muretti a secco e contrasterebbe con i siti archeologici della zona. I tecnici della società replicano che l'ambiente circostante non è poi così caratteristico (anzi, è "mitizzato), che sono pronti a mettere soldi per valorizzare il vicino nuraghe e che un altro è addirittura invisibile, inglobato in un agriturismo senza che nessuno abbia avuto nulla da ridire. Quanto ai muretti a secco, quelli eventualmente toccati verranno rispristinati.
Non solo: dalla società fanno sapere che per la realizzazione di parchi eolici esistono vincoli precisi e in quelle aree non ne sussisterebbe nemmeno uno.
La Soprintendenza scrive, nelle conclusioni del suo parere: "Le forti criticità rilevate, l’introduzione degli aerogeneratori di 182 metri di altezza nel contesto paesaggistico agro-pastorale ancora in parte arcaico, con contenuti segni di antropizzazione recente e ampie visuali, l’incidenza degli aerogeneratori stessi sulla lettura della stratificazione insediativa del territorio e del paesaggio culturale e le modifiche previste alla viabilità storica, con eliminazione di alberature, di vegetazione e di importanti siti archeologici con i quali l’impianto interferirebbe negativamente, portano a ritenere non idonea la localizzazione proposta per tale tipologia di impianto e a valutare negativamente gli effetti che la realizzazione dell’impianto produrrebbe sul contesto paesaggistico e sul patrimonio culturale”.
E ancora: il progetto "interferisce con altre dimore rurali, antichi ovili o più recenti aziende agro-pastorali con recinti per animali e strutture secondarie connesse all’attività di allevamento o alla conduzione del fondo… con introduzione di elementi di forte contrasto con il carattere dei luoghi e di elevata invasività, e con grave alterazione del contesto, caratterizzato dalle attività che nel corso dei secoli hanno permeato tutto il paesaggio del centro Sardegna. Nell’area dell’impianto o nelle aree limitrofe sono infatti presenti importanti beni archeologici e tracce di antichi insediamenti, dal neolitico al Medioevo…"
La società assicura che si prenderà cura di un nuraghe interessato, il Voes: è stato "già depositata in Comune di Nule", si legge, "la proposta di convenzione dove si fa riferimento alla valorizzazione del sito, assumendone l’incarico di recuperare l’opera attraverso una serie di interventi specifici, di provvedere alla sua valorizzazione mediante una serie di opere, compresa la dotazione di specifico impianto di illuminazione, la gestione dello stesso con gli interventi di manutenzione a carattere permanente, per l’intera durata del parco, stimata in 25 anni".
In più "gli altri siti citati nel parere sono assolutamente INVISIBILI a chiunque acceda nelle aree indicate attraverso la viabilità primaria o secondaria. Lo stesso Nuraghe Iscopalzos è invisibile in quanto racchiuso all’interno di un impattante agriturismo".
Infine "Passando dalle emergenze archeologiche al c.d. paesaggio rurale, premesso che non dovrebbe costituire oggetto del parere della Soprintendenza Archeologica, si deve dire che anche detto concetto di paesaggio viene nel parere mitizzato ed enfatizzato, senza corrispondere ad alcuna realtà fattuale. Gli edifici rurali presenti sul territorio sono sparuti ovili, realizzati con materiali compositi (stile prevalente muratura-lamiera) che non paiono essere indice caratterizzante di qualsivoglia periodo storico, men che meno quelli indicati nel parere, bensì di situazioni agropastorali estremamente povere e disorganizzate".
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Sardegna, la società dell'eolico: "Paesaggio da tutelare? Mitizzato: solo povere realtà pastorali"
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