CAGLIARI. Nessun voto contrario, neanche uno astenuto. Trecento sindaci da tutta la Sardegna uniti oggi alla Fiera di Cagliari hanno votato un ordine del giorno dell’Anci, ripreso con qualche modifica dal Consiglio regionale, per dire no al deposito delle scorie radioattive nell’Isola. L’assemblea è iniziata con un ricordo per Roberto Frongia, ex assessore regionale ai Lavori pubblici, poi un simbolo di vicinanza per Giuseppe Ciccolini, sindaco di Bitti, che ha subito l’alluvione lo scorso 28 novembre nel suo territorio dove hanno perso la vita tre persone.
Una sala gremita. Non solo fasce tricolori, erano presenti anche l’assessore regionale all’Ambiente Gianni Lampis e il presidente del Consiglio Regionale Michele Pais. L’invito è anche quello di approvare in ogni consiglio comunale un ordine del giorno contro le scorie, ma intanto il voto si è tenuto oggi durante l’assemblea capeggiata dal presidente dell’Anci Emiliano Deiana.
Ogni sindaco, soprattutto quelli dei territori interessati (tutti nell’Oristanese e nel sud Sardegna) ha espresso le sue motivazioni.
“È stata una doccia fredda”, dice la sindaca di Guasila Paola Casula, “noi vogliamo investire nell’agricoltura, nell’agroalimentare e anche nel turismo, non vogliamo ipotecare i nostri territori”. Nuragus, attraverso il suo sindaco Giovanni Daga, si è detta pronta alla rivoluzione:” I cittadini sono terrorizzati e pronti alla rivoluzione, l’area individuata coincide con la nostra area archeologica, quindi sottoposta a vincoli, a un chilometro dall’abitato e a due dal lago di Isili”.
“Noi siamo nel bel mezzo delle due giare, delle zone sic”, dice Marco Siderj, sindaco di Ussaramanna, “vicino al nuraghe di Barumini, noi vogliamo puntare sul turismo e vita dei residenti, e non su una discarica di scorie”.
Il “no” arriva anche dalla Marmilla. “Non capisco perché il ministro ci proponga le scorie da una parte e dall’altra ci finanzi lo sviluppo nazionale dell’aree interne”, dice il sindaco di Assolo Giuseppe Minnei.