CAGLIARI. "Ma il vaccino contro il Covid non doveva essere conservato a -80 gradi?". Tanti (troppi?) hanno posto questa domanda davanti a video e foto che hanno immortalato l'arrivo delle prime dosi nelle varie regioni italiane, Sardegna compresa. Dal C27J Spartan dell'aeronautica militare atterrato a Elmas alle 21,51 di sabato è stata scaricata quella che sembrava una normale scatola di cartone, poi prelevata con cura da un militare della Brigata Sassari e caricata su un furgone, per essere scortata fino al Brotzu.

Una scena che ha sollevato numerosi interrogativi. Soprattutto tra coloro che sono convinti dell'inutilità del vaccino (o dell'inesistenza del virus) e non perdono occasione per sottolineare presunte incongruenze.
La risposta non è difficile. Le 180 dosi hanno viaggiato alla temperatura giusta, come previsto. Quelle "scatole di cartone" in realtà sono contenitori fabbricati dalla Dryce, primo produttore in Italia di ghiaccio secco ad alta densità. E sul sito della società è spiegato: "Il mantenimento della catena del freddo per la conservazione a -70°C e -20°C dei primi vaccini anti-covid-19 parte dal ghiaccio secco. Il ghiaccio secco è costituito da CO2 allo stato solido, ha una temperatura caratteristica costante, pari a -78,5°C, è sempre pronto all'uso e non necessita di nessun processo di attivazione".
"Mistero" svelato, quindi. E per i più scettici, c'è anche la possibilità di acquisto: la "scatola" da 20 chili - identica a quella usata per il trasporto del vaccino in Sardegna- è a disposizione nello shop della Dryce. Per dimensioni 360 x 360 x h 495 millimetri il costo è di 60 euro.
C'è anche chi ha avanzato dubbi sull'inadeguatezza dei guanti usati per caricare il fardello: non sarebbero stati adatti per gestire temperature così basse. Qui la risposta è pure più intuitiva: anche toccando il freezer di casa, all'esterno, non si sente il freddo. E in questo caso non c'è nemmeno bisogno di comprarne uno per avere la prova.