CAGLIARI. La riforma sanitaria della Sardegna, con il ritorno alle vecchie otto Asl, slitta di un anno: dovrà essere attuata entro gennaio del 2021. Lo ha deciso il consiglio regionale, che ha votato il provvedimento inserito all'interno di un assestamento di bilancio: "Con una pandemia in corso", ha detto l'assessore alla Sanità Mario Nieddu, "sarebbe stato complicato cambiare tutto, come vogliamo fare, e far rinascere oggi le Aziende sanitarie locali. Meglio prenderci un po' più di tempo ed evitare così contraccolpi".
Si congela così l'iter di una gigantesca riforma voluta dalla maggioranza guidata da Christian Solinas. Una decisione che l'opposizione aveva sollecitato da tempo, fin dal momento della proposta: "Dunque, la proroga della legge sanitaria è necessaria dopo che l’avete votata in tutta fretta e vi ha consentito di gestire l’emergenza Covid. Segno che così sbagliata non doveva essere questa legge che avete abrogato", ha attaccato dal Pd Gianfranco Ganau, che ha proseguito: "E per fortuna è andata così: non voglio nemmeno pensare che cosa sarebbe successo se avessimo avuto otto asl autonome in piena pandemia. Non oso pensare quanto sarebbe stato difficile gestire l’emergenza Covid con otto aziende sanitarie diverse".
Cosa succede quindi? La giunta entro pochi giorni dovrebbe confermare l'attuale commissario Ats Massimo Temussi e nominare quelli a capo delle varie aziende sanitarie già esistenti. Slitta anche lo scorporo degli ospedali: quindi anche il Microcitemico e il Businco, per ora, resteranno sotto la gestione del Brotzu.