CAGLIARI. "Con il popolo catalano, per il diritto all’autodeterminazione". A manifestare solidarietà e vicinanza, dopo il discorso del presidente della Catalogna Carles Puigdemont, sono undici sigle indipendentiste della Sardegna, che firmano un documento unitario: Rossomori, Sardos, Liberu, Sardegna Possibile, Sardigna natzione, Sardigna Libera, Progres, Fiu, Gentes, Comunidades e Irs. Il portavoce è il giornalista Anthony Muroni. Un testo che lascia intendere che si stia creando una coesione tra i numerosi movimenti del fronte indipendentista isolano. Ecco il testo integrale.
Il popolo catalano e le istituzioni che lo rappresentano stanno vivendo in queste settimane il momento più importante della loro storia recente.
La richiesta di autogoverno, sostenuta dalla società in modo pacifico e democratico e ribadita stasera dal presidente Puigdemont, si è tradotta in una proposta semplice e chiara: sentire le voci di tutti i cittadini, tenere un referendum inequivoco, che consentisse ai catalani di decidere sul proprio futuro. Il governo del Regno di Spagna ha chiuso tutte le porte a questa possibilità, trincerandosi dietro il dettato della legge e dietro le violenze della Guardia civil.
Questa chiusura categorica, e l’assenza di qualunque proposta alternativa per dare uno sbocco al conflitto, ha avuto come unico risultato quello di rafforzare l’anelito alla libertà del popolo catalano.
Per questa strada, si è giunti al punto più alto del conflitto istituzionale, che vede contrapposte due legalità: una che emana dalla legge e dai poteri costituiti e una che emana dalla sovranità del popolo e dai poteri costituenti.
È per questo che esprimiamo incondizionata solidarietà al popolo catalano e condanniamo ogni violenza e ogni repressione.
Facciamo appello all'Unione Europea e a ognuno dei suoi componenti, Italia compresa, perché raccolga l'appello lanciato dal governo catalano per una mediazione politica.
Stiamo assistendo allo scontro finale tra un uso della legge per reprimere e zittire, e un altro per permettere di esprimersi e determinare le proprie sorti. Sarà una lotta il cui esito verrà deciso dal popolo, e non dai governi, dai loro tribunali e dalle loro polizie.
Come sardi, guardiamo alle vicende della Catalogna con ammirazione e rispetto; di più: ci sentiamo coinvolti nella loro lotta, perché sappiamo che, prima o poi, sarà anche la nostra.
E sappiamo che il loro cammino apre una strada che anche il nostro popolo vuole percorrere, quando sentirà di avere le forze per affrontarne tutte le difficoltà.
Per questo noi oggi vogliamo mandare al popolo catalano e alle sue istituzioni un messaggio di affetto, di appoggio, di solidarietà e di riconoscimento: noi capiamo i motivi per cui avete scelto di disubbidire al Regno di Spagna, per ascoltare la vostra comunità e per difendere il suo diritto inalienabile a scegliere, se vorranno, il progetto di una Repubblica catalana.