CAGLIARI. La minoranza ha accusato il centrodestra che governa la Sardegna di aver messo a rischio la salute dei sardi. La maggioranza ha replicato scaricando sulle opposizioni la responsabilità di aver gettato fango sull'immagine della Sardegna, fatta passare per regione canaglia che ha infettato tutta l'Italia a causa dell'ordinanza sulle discoteche dell'11 agosto.
Ognuno per la sua parte, hanno seguito la logica di schieramento gli interventi sulla mozione di sfiducia presentata contro il presidente della Regione Christian Solinas. Risultato finale, scontato: presenti 54, votanti 53, astenuti 1, votano sì 19, votano no 34. Mozione respinta.
Il documento è stato introdotto da Michele Ciusa (M5s), che tracciando il quadro della situazione epidemiologica in Sardegna, chiedendo trasparenza e verità alla giunta, per censurare una politica che avrebbe portato la Sardegna allo stremo davanti al Covid.
Il presidente della regione Christian Solinas è intervenuto alla fine di un lungo dibattito. E dopo l'aneddoto del te di Churchill, ha attaccato la minoranza, con Francesco Agus (Progressisti) e Desiré Manca (M5s) in testa: "Ci sarebbe da dire che c'è il tanto per le dimissioni della politica sarda davanti allo spettacolo indecoroso che avete inscenato", è l'affondo, "Una strumentalizzazione incurante dell'immagine della Sardegna: è stata utilizzata pandemia per cercare di dare una spallata politica a me alla mia maggioranza. È vergognoso l'atteggiamento, soprattutto da parte di qualche novello Torquemada, che ha cercato di rappresentare la figura di un presidente fuori dalle regole, di mentitori seriali che ingannano il popolo sardo. Ma come vi permettete?". E poi alla Manca: "Lei ha sostenuto che io avessi firmato l'ordinanza sull'apertura delle discoteche un'ora prima della votazione della mozione: è falso, si tratta di una calunnia".
Solinas respinge le ricostruzioni, rimbalzate ovunque, secondo le quali il via alle danze avrebbe fatto ripartire il contagio: "Proviamo a dire che cosa è successo sotto il profilo sanitario. Grazie al sacrificio di tutti, in primis di chi sta in prima linea, noi siamo la regione con minore diffusione virale. Nessuno può dire che nel sistema sanitario non ci sia affaticamento, ma file di ambulanze e reparti in sofferenza, sono in tutto il mondo. È solo un problema che deriva dalla forma di un parere su un'ordinanza di tre mesi fa? Anche Rezza ha detto che non c'è alcuna dipendenza tra discoteche aperte ad agosto e contagi di settembre. Questo è certificato anche da curva epidemiologica: quelle apertura non hanno determinato nessun cataclisma. Lo dicono i numeri". Il governatore si fa forte anche di un elemento che, sulla carta, costituirebbe una sconfitta: "I giudici del Tar hanno accolto i ricorsi contro la mia ordinanza che prevedeva i test in ingresso proprio perché, c'è scritto nelle motivazioni, in Sardegna non c'era un rischio epidemiologico tale da giustificarle. Lo ha stabilito un giudice italiano".
E sulle azioni della Regione: "Qui c'è chi dallo scoppio dell'emergenza ha lavorato per costruire un sistema che dia risposte. E se ci sono 517 posti letto non intensivi e 67 intensivi, significa che questi posti letto ci sono e a febbraio non c'erano. Abbiamo fatto programmi e li abbiamo messi in pratica. Prima di chiudere altri reparti abbiamo cercato di preservare l'intero sistema. Provate a chiedere a Bolzano da quanto hanno chiuso tutte le altre discipline. Certo", ha aggiunto il governatore, "se continua così per far fronte all'esigenza di posti dovremo fare un sacrificio. Dovremo scegliere a chi dare priorità. Ora la priorità ce l'hanno i contagiati dal Covid". Poi l'appello: "Non è momento per strumentalizzare e forzare. Per la competizione politica ci sarà tempo. Ma, credetemi, è necessario che si torni a fare politica e non l'aula dove si sentono requisitorie piuttosto che interventi. Ho detto che avrei dedicato ogni mia energia al bene dell'Isola. Continuerò, confortato dalla maggioranza".
Durante l'intervento Solinas ha fatto sapere di essere sotto scorta, a seguito di minacce di morte subite. E che "è inaccettabile" che una trasmissione "mostri la mia residenza mettendo a repentaglio la mia sicurezza e quella dei miei familiari". Il riferimento è alla seconda puntata dell'inchiesta di Report.
Sul punto è stata espressa solidarietà negli interventi successivi di replica. Ma Massimo Zedda, che nel pomeriggio aveva accusato giunta e presidente di "non gradire la verità" ha rincarato: "Dispiace. Ma anche io sono stato sotto scorta, come altri consiglieri in quest'aula. Ma nessuno di noi si è mai sognato di utilizzare il tema per dare una patente di bontà o cattiveria all'opposizione. La sua è l'ennesima caduta di stile. Lei dice che abbiamo dato una brutta immagine della Sardegna? Lo hanno fatto i consiglieri della sua maggioranza, con le dichiarazioni che hanno rilasciato".
Solidarietà è arrivata anche da Francesco Agus. "Si pecca con i pensieri, le parole, le opere e le omissioni. E le sue omissioni oggi sono agli atti. La Sardegna ha le condizioni migliori possibile per uscire dalla crisi sanitaria: siamo isolati, siamo pochi e con una densità di popolazione un centesimo rispetto a Milano. Ma queste caratteristiche rischiano di diventare la nostra tomba. Perché quando l'epidemia ha colpito i bergamaschi molti furono trasferiti, acne nel Lazio. Noi quella possibilità non l'avremo. Siamo a ridosso del 40% delle terapie intensive: un fatto che rischia di privare delle cure salvavite i nostri cari. L'auspicio è che tutti gli altri discorsi, quelli che occupano le commissioni, possono aspettare: ora è urgente occuparci della salute dei sardi. Ci sono tanti atti che meritano di essere discussi: ma bisogna chiedersi cosa ha impedito in questi due mesi di occuparcene".
"Il presidente Solinas va avanti con l’orgoglio di chi ha difeso la propria terra e l’ha tutelata dalla pandemia sanitaria e da quella economica": sono le parole del capogruppo Psd'Az Franco Mula al termine della seduta. "A confermare la fiducia al Presidente Solinas, prosegue Mula, non è stata soltanto la maggioranza, ma tutti quei cittadini sardi che hanno apprezzato la saggezza e la lungimiranza del presidente nell’assumere tutti gli atti di contrasto alla pandemia che fanno sì, ancora oggi, che la Sardegna registri i dati meno drammatici in Italia. Basare la propria azione politica", prosegue Mula, "su un programma televisivo di faziosità, così evidente e offensiva per i cittadini che pagano il canone, è segno di una povertà politica e dialettica impressionante".
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