CAGLIARI. "Noi impegnati anche 12 ore al giorno, subiamo un attacco mediatico senza precedenti”. Così i medici di medicina generale respingono le accuse che arrivano da più fronti sul loro operato durante questo periodo di emergenza sanitaria. C’è chi dice che parte della responsabilità delle file al Pronto Soccorso sia loro, che non si fanno carico dei pazienti che potrebbero essere trattati a casa. Chi invece riferisce che sono assenti, e ancora qualcuno dice che non visitano i pazienti. Ma loro non ci stanno.
“Siamo impegnati dalla mattina alla sera, anche per 12 ore quotidiane”, spiega Domenico Salvago dello Snami, “il lavoro è difficoltoso, non si possono avere visite specialistiche in tempi brevi”. Salvago precisa: “Riceviamo nuovi compiti ogni giorno, non ce la facciamo più”. Carlo Piredda della Simg società italiana di medicina generale Cagliari aggiunge: "Abbiamo visto aumentare esponenzialmente la nostra attività, monitoriamo i pazienti che sono a casa per valutare i sintomi respiratori e decidere un’eventualità terapia o ospedalizzazione: i problemi che si presentano sono organizzativi e di carenza di personale”.
Anche il collega Umberto Nevisco, della Fimmg regionale Sardegna, parla di organizzazione: "Per contrastare il Covid sul territorio è necessario un piano strategico che definisca con precisione ruoli e compiti e che non venga messa a repentaglio la salute degli operatori sanitari”.