CAGLIARI. Ora è tornato a casa. Ancora positivo ma sta meglio. E vuole raccontare cosa ha visto durante la sua permanenza in ospedale durante il ricovero per Covid.
"Diciamo che mi sono impegnato proprio bene a sfatare un po' di semplificazioni che girano in questo momento", esordisce M.S.. E prosegue: "Dieci giorni di febbre a più di 39". Non è anziano anziano, non ha patologie pregresse, spiega. Ma si è beccato "una polmonite interstiziale bilaterale di grado moderato da covid. Mi è andata bene perché mi hanno convinto a chiamare il 118 e ho fatto solo 14 ore di attesa buttato in ambulanza", dice con non tanto velato sarcasmo. Comunque "fortunato rispetto a chi in ambulanza ci ha passato anche 36 ore. Ancora, mi è andata bene perché ho fatto solo" e di nuovo sarcasmo, "sei giorni di ospedale in un corridoio del pronto soccorso vedendo di tutto. Insieme a me altre 60 /70 persone in attesa di un posto letto, dopo ore trascorse in poltrona, tutte molto sofferenti e non certo li per un banale raffreddore così come viene raccontato da tanti. Da ieri sera sono a casa, rientrato in ambulanza per essere seguito dal servizio Usca con terapia a domicilio. Un'esperienza che non auguro a nessuno, molto traumatica".
Ora la speranza è che il peggio sia passato, "anche se non posso scordare quante persone ho visto passare, anche molto più giovani di me, e soprattutto la disperazione nei loro occhi. Non posso certo scordare anche chi ho lasciato lì dentro, oltre ai morti che in questi giorni hanno portato via. Come è impossibile scordare l'impegno di tutto il personale sanitario che ha fatto l'impossibile per farsi carico di tutti con turni massacranti durissimi. Per tutto questo, anche se sto meglio, mi sento molto amareggiato e triste. Passerà e spero in una ripresa per me e per tutti coloro che hanno fatto e purtroppo faranno questa brutta conoscenza. Siate prudenti, grazie a tutti quelli che mi sono stati vicino", è l'appello con ringraziamento finale.