CAGLIARI. Nel 2100 Cagliari e altre sette località costiere isolane finiranno sotto un metro e mezzo d'acqua. A lanciare l'allarme i geomorfologi italiani riuniti ieri a Taranto per discutere di un trend - quello dell'innalzamento del livello del mare - sempre più preoccupante: tra scioglimento dei ghiacci, movimenti tettonici e attività umane come l'estrazione di gas, il livello del mare si sta sollevando a livelli mai visti negli ultimi cento anni.
Otto le località della Sardegna esposte al rischio: oltre a Cagliari, Porto Pino-Palmas, Colostrai-Flumendosa-Murtas, Orosei, Tortolì, la foce del Coghinas e Pilo. Per tutte, l'ipotesi da qui al 2100 è quella di una sommersione che va dai 23 centimetri al metro e mezzo. Trentatré le "aree sensibili" alle mareggiate individuate su tutta la Penisola dagli studiosi, per un totale di 7500 chilometri quadrati di coste destinati a scomparire entro i prossimi ottant'anni.
Per cercare di "arginare" il problema, gli studiosi hanno messo a punto "Start" (Sistemi di rapid mapping e controllo del territorio costiero e marino), strumento sviluppato dagli Atenei pugliesi di Bari e Lecce in collaborazione con il Centro mediterraneo per i cambiamenti climatici e finanziato dalla Regione Puglia: "Grazie alle informazioni raccolte lungo la costa italiana — spiega il professor Giuseppe Mastronuzzi, coordinatore del gruppo di lavoro di Morfodinamica dell'Associazione italiana di Geomorfologia (Aigeo) - è possibile adesso definire in tempo reale l’impatto di una mareggiata eccezionale e costruire scenari verosimili".