CAGLIARI. Di Covid si muore ancora: l'età media dei decessi però è leggermente aumentata nell'ultimo periodo, così come la proporzione di donne. Ad affermarlo è l’aggiornamento del report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi al coronavirus appena pubblicato su "Epicentro".
Tra le co-morbosità preesistenti, nei decessi del secondo trimestre dell'epidemia, aumentano le persone con fibrillazione atriale, demenza (più che raddoppiate) e insufficienza respiratoria cronica (quasi raddoppiate); muoiono più persone con 3 o più patologie preesistenti e diminuiscono quelli con meno patologie o nessuna: questo - stando a quanto descritto nel report - sembra indicare che nel secondo periodo i decessi riguardano persone più anziane e con una condizione di salute preesistente peggiore rispetto ai decessi relativi al primo trimestre.
“Questo dato – concludono gli autori - può essere spiegato da maggiori conoscenze circa l’infezione e maggiori capacità e tempestività di cura della stessa nel periodo giugno-agosto. Inoltre è verosimile che nei mesi di marzo e aprile il Covid-19 sia stato sotto-diagnosticato in molti deceduti anziani fragili (come per esempio quelli in RSA). Questo può aver portato una sottostima del carico di patologie dei deceduti in tale periodo”.
L’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 oggi è di 80 anni (mediana 82): pochi mesi fa era di 77,8). Le donne sono 15.365 (quindi il 42,7%). L’età mediana dei pazienti deceduti positivi è più alta di oltre 25 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione.
Nel 91,3% delle diagnosi di ricovero erano menzionate condizioni (per esempio polmonite, insufficienza respiratoria) o sintomi (per esempio, febbre, dispnea, tosse) compatibili con COVID-19. In 349 casi (8,7% dei casi) la diagnosi di ricovero non era da correlarsi all’infezione.