CAGLIARI. "Stiamo vivendo una seconda ondata di contagi, in Sardegna e in altre regioni d’Italia. Come nel resto d’Europa. La situazione potrebbe peggiorare, a seconda dell’evoluzione si può pensare di applicare nuove restrizioni”. Così il componente del comitato tecnico scientifico della Regione, il virologo Pietro Cappuccinelli, commenta i dati sul Covid degli ultimi giorni. Numeri simili, se non superiori, a quelli che venivano diffusi ad aprile, in piena prima emergenza.
L’ultimo bollettino dell’unità di crisi regionale parla di 53 nuovi in 24 ore, 96 i pazienti ricoverati con sintomi mentre altri 21 sono in terapia intensiva. Lo scorso 29 aprile, per fare un esempio, il bollettino riportava 87 ricoverati con sintomi e 17 in terapia intensiva. Per tornare a un numero così alto di pazienti gravi bisogna tornare indietro al 19 aprile.
Negli ultimi giorni, sempre secondo i dati forniti dalla Regione, aumentano anche i casi delle persone positive con sintomi (dei 53 riscontrati in 24 ore, 31 sono stati trovati attraverso attività di screening, mentre altri hanno presentato sintomi). Dati alla mano, pochi giorni fa, sabato 19 settembre, si sono registrati 59 positivi in un giorno, di questi solo 7 hanno presentato sintomi, gli altri hanno fatto un tampone perché sono stati a contatto con persone positive.
“Un’ipotesi da prendere in considerazione per la lettura dei dati è la fascia d’età aumentata rispetto ai giorni scorsi”, dice Cappuccinelli, "nel tempo ci sono state variazioni di questo tipo dei contagiati con sintomi, eravamo abituati a situazioni in cui venivano colpite le persone più giovani, seppur presenti anche oggi, e anche in ospedale”.
La situazione però, secondo il rappresentante del comitato tecnico scientifico regionale, “non è critica, è da tenere sotto controllo”. Intanto oggi sarebbe dovuta suonare la prima campanella in tutti i comuni della Sardegna, ma molti hanno deciso di rinviare l’apertura delle scuole.
A Orune, paese rimasto indenne nella prima ondata, si assiste a un semilockdown: ristoranti e bar rimangono chiusi, i cittadini possono uscire dal paese solo per necessità. “I casi nella prima fase in poi erano concentrati in determinate zone geografiche, adesso la diffusione avviene anche in comuni che prima erano assolutamente indenni, quindi va tenuta sotto controllo e bisogna mettere in moto tutte le attività per il contenimento del virus”.
Troppo presto per parlare di ulteriori restrizioni regionali per evitare che il coronavirus possa continuare a diffondersi, ma è un’ipotesi che lo stesso Cappuccinelli prende in considerazione. “Sta già capitando in alcune zone d’Italia dove ci sono diffusioni epidemiologiche localizzate, quindi non lo escludiamo, bisogna monitorare l’evoluzione”.