CAGLIARI. Hanno voglia, i sardi, a vivere con un mare meraviglioso intorno e un interno "selvaggio" e così vario, tanto che qualcuno aveva definito l'Isola "quasi un continente". Per arrivare al mare, in montagna o in collina, devi percorrere per forza una strada. Accanto a ogni strada c'è una cunetta, o una piazzola. E qui c'è l'immondizia. Sempre.
Buste, scatole, frigoriferi vecchi. All'ombra del lentisco, magari. Chi viaggia si guardi a destra e sinistra, ogni tanto. C'è lo schifo. E no. I turisti non c'entrano. Non si può ricollegare la cosa all'eccessiva antropizzazione di alcune località durante la stagione estiva. Non sono responsabili gli algerini che sbarcano nel Sulcis. Non è colpa del governo che taglia le risorse e non garantisce i collegamenti. E non può nemmeno essere chiamata in causa la Regione, cone le sue pecche gestionali. Neanche le Province. O i Comuni. Fuori discussione anche la responsabilità dell'Anas, che non pulisce: sarebbe come gettare la croce addosso alla polizia dopo un omicidio, perché non risolve il delitto. Certo, è suo compito. Ma il male lo ha fatto l'assassino.
La colpa è di quei sardi che odiano la Sardegna. E si liberano dei rifiuti lungo le strade. Da Capo Testa a Teulada. Che poi magari sono gli stessi che lodano come un eroe l'anziano che rimprovera il turista per aver seppellito una scatoletta di tonno sotto la sabbia. Ce lo ricordiamo tutti.
Uno che abbandona così l'immondizia, su strada, forse non esiterebbe ad appiccare un incendio, se servisse a qualche suo scopo. E tutti andrebbero a invocare il taglio della mano della Carta de Logu. Come ogni estate. Spente le fiamme, si aspetta l'incendio successivo. Per ripartire con l'indignazione.
Ci sono dei responsabili, per quelle discariche in cunetta: sono sardi, vivono tra noi. E sono i sardi peggiori.
Possibile obiezione: succede ovunque, perché parlare di "sardi"? Risposta: perché chi si ammanta di un'identità così forte deve assumersi la responsabilità di punire chi nella sua comunità sbaglia. Seguendo le vie istituzionali, s'intende. Anche se un bel calcio nel sedere darebbe più soddisfazione.
Ulteriore obiezione: e se fossero i turisti? Risposta: no, c'era il lockdown, e i rifiuti sono lì.