CAGLIARI. Formaggio friulano agli indigenti sardi. La beffa è doppia. Sul piano economico, perché le giacenze di pecorino romano, pecorino sardo e Fiore sardo non verranno smaltite con l'aiuto del governo: sarebbe stata un'ulteriore boccata di ossigeno per un settore che solo un anno fa ha vissuto una rivoluzione, quello dei pastori sardi. E sul piano "identitario", perché lo Stato dirotta in Sardegna, terra dove a scarseggiare non è mai stato il formaggio, quintali di prodotto del nord Italia.
La cronaca di questa surreale vicenda parte da Roma, uffici di Agea, agenzia per le erogazioni in agricoltura: è un organismo pagatore, che si occupa dei fondi comunitari e fa riferimento al ministero dell'Agricoltura. Ad Agea è affidato il compito di gestire il bando indigenti, che nell'era post Covid ha un doppi scopo: da una parte far arrivare risorse alle filiere di produzione di prodotti Dop, che hanno patito la contrazione delle vendite a causa del virus, e dal'altra far arrivare cibo ai meno abbienti attraverso le associazioni caritatevoli. Quindi l'agenzia compra da aziende e consorzi, che svuotano i magazzini (con un effetto diretto anche sul prezzo del latte) e distribuisce tra i poveri di tutta Italia. Una partita da 50 milioni di euro.
Le associazioni sarde che riceveranno il formaggio friulano
Problema: i formaggi Dop della Sardegna sono stati esclusi dalle acquisizioni. Tutti. I prodotti isolano sono stati esclusi da tutte le determinazioni a contrarre firmate nei giorni scorsi da Agea. La notizia ha fatto sollevare le proteste del presidente del consorzio del pecorino romano Salvatore Palitta: "Noi siamo stati solidali, il comparto ha bisogno di aiuto, la decisione è inaccettabile", ha scritto al ministro Teresa Bellanova. E ha scatenato anche la reazione dell'assessore regionale all'Agricoltura Gabriella Murgia, che ha espresso "il più vivo disappunto" al governo, sottolineando che "l’individuazione operata da Agea risulta assolutamente discrezionale in quanto negli atti non vengono indicati i criteri e le motivazioni che hanno indotto le scelte".
C'è il danno, ma anche l'immancabile beffa. Perché Agea ha pubblicato i bandi. E a Caritas e Croce Rossa della Sardegna è destinata la fornitura di Montasio Dop. Un formaggio friulano. Che entra in un lotto che vale 1 milione e 670mila euro. Dai documenti di Agea risulta che il prodotto da distribuire in Sardegna dovrà avere una stagionatura fra tre e cinque mesi. Insomma, potrebbe anche essere buono. Ma più del pecorino che resterà nei magazzini sardi per colpa del governo?
"Siamo partiti dal bisogno che gli enti caritativi hanno raccolto sul territorio", ha detto la Bellanova, "e vogliamo puntare a evitare lo spreco alimentare, scegliendo prodotti 100% italiani delle filiere più in difficoltà". Escluse quelle sarde.
- Redazione
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