CAGLIARI. Promettevano ottimi guadagni da investimenti su fondi finanziari esteri. Ma era un truffa. La seconda compagnia di Cagliari della Guardia di Finanza, guidata dal tenente colonnello Edmondo Massa, al culmine di un'indagine sul maxi raggiro finanziario coordinata dal pm Giangiacomo Pilia, definita "Operazione Andromeda", ha arrestato l'avvocato cagliaritano Ernesto Pacini,53 anni, e due intermediari finanziari, residenti in Veneto, ognuno rappresentante di società estere, con sedi, rispettivamente, in Svizzera e Slovacchia. L'accusa è di truffa aggravata ed abusivismo bancario, con l’aggravante della transnazionalità delle condotte delittuose.
L'inchiesta è partita dalla denuncia di una delle presunte vittime: gli erano stati proposti investimenti finanziari in fondi esteri con una società svizzera, per il tramite dell'avvocato Pacini, con promessa di una elevatissima remunerazione di fatto non mantenuta. Dai primi accertamenti è emerso che almeno altre tre persone, residenti nel Cagliaritano, fossero cadute nella stessa rete.
Le vittime del raggiro, stando a quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, venivano convinte della possibilità di beneficiare di facili e veloci guadagni attraverso la sottoscrizione di contratti di investimento in fondi esteri con le citate società estere. In un primo tempo i guadagni risultavano. Così gli investitori si convincevano della bontà dell'operazione e sponsorizzavano la loro "fortuna" con i loro conoscenti.
Successivamente però, le somme fornite non venivano più investite in prodotti finanziari, ma rimanevano nella disponibilità degli ideatori del meccanismo, che li intascavano.
Dopo le prime ricostruzioni i Finanzieri hanno perquisito i locali nei confronti dei tre soggetti coinvolti. L’analisi dettagliata dei supporti informatici e della documentazione sequestrata hanno consentito ai Finanzieri di individuare complessivamente ventisette soggetti truffati con le medesime modalità, di cui nove residenti nella provincia di Cagliari, che nel tempo avevano effettuato bonifici a vantaggio degli indagati per una somma complessiva quantificata in 1 milione di euro. Su ventisette, sette erano anziani.
A conclusione delle indagini, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, i tre soggetti coinvolti nel sistema fraudolento sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari.