CAGLIARI. Costi troppo alti, poche richieste. Molti centri estivi nella città metropolitana di Cagliari non riescono ad aprire in questa stagione.
In particolare quelli gestiti da chi, in genere, si occupa di asili nido e scuole dell’infanzia. Questi ultimi, per poter riprendere a lavorare si sono dovuti “riconvertire” in centri estivi. Le richieste di iscrizione ai centri estivi privati sono poche perché - a causa del coronavirus - molte famiglie non possono permettersi di pagare le rette, poi c’è la concorrenza dei centri estivi comunali che sono gratuiti.
“Di solito aprivo il mio centro estivo qui sul lungomare di Quartu, quest’anno però non ci sono riuscito”, spiega Fabrizio Paderi, referente del comitato Servizi educativi per l’infanzia 0-6 anni. “Per le famiglie le rette sono troppo alte. Anche per noi gestori i costi da sostenere sono molto elevati in rapporto alle richieste”.
Bonus centri estivi. Il governo ha previsto un buono da 1.200 euro - che rientra nel Bonus babysitter - da poter usare per i centri estivi. Questo, però, non spetta a tutti. I requisiti per ottenere il bonus sono molto selettivi.Il buono è rivolto a tutte le famiglie con figli minori di 12 anni. A patto che nel nucleo familiare non vi sia un altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito, come, per esempio, la Naspi oppure il congedo parentale.