CAGLIARI. "È necessario che entro la mattina di domani i Comuni siano in possesso dell'indice di trasmissibilità Rt per ciascun ente locale". Destinatario: l'assessore alla sanità Mario Nieddu. Mittente: il presidente dell'Anci (Associazione nazionale dei Comuni) Sardegna Emiliano Deiana, in rappresentanza di tutti i 376 colleghi primi cittadini. Lui dovrà decidere per Bortigiadas, ma il problema riguarda anche Paolo Truzzu a Cagliari, Sean Wheeler a Porto Torres come chiunque indossi una fascia tricolore in Sardegna.
Sono loro a dover firmare le eventuali ordinanze che, sulla base della progettazione della Fase 2 in Sardegna da parte della Regione, dovrebbero dare il via libera alle aperture di parrucchieri, estetisti e negozi di abbigliamento a partire dall'11 maggio, quindi in anticipo rispetto a quanto stabilito dal decreto di Giuseppe Conte. Ma c'è una condizione: potranno solo se l'indice di trasmissibiiltà del virus, fattore difficile da calcolare, sarà inferiore a 0.5 nel loro territorio. Il problema è che la data nella quale era stato assicurato il dato è domani, e le pratiche al momento sembrano in alto mare. Per questo Deiana ha scritto a Nieddu, "al fine di poter permettere ai comuni stessi di predisporre le ordinanze e gli atti conseguenti per permettere le aperture".
Il sindaco della città Metropolitana Paolo Truzzu, a nome dei 17 comuni che ne fanno parte, con un'altra missiva aveva chiesto di poter avere il dato addirittura da mercoledì, ieri. Appello non soddisfatto. Domani è la data ultima. E la fiducia nelle riaperture va scemando, Tanto che numerosi sindaci (come Guasila e San Sperate) non solo hanno annunciato che "difficilmente" tanti potranno tornare al lavoro, ma c'è anche chi ha addirittura ordinato la chiusura domenicale dei negozi di alimentari (Nanni Campus a Sassari), che in base all'ordinanza regionale avrebbero potuto rimanere aperti.
