CAGLIARI. Da quando è iniziata l’emergenza sanitaria si contano a oggi 27.967 morti. La ricerca sarda scende in campo per attenuare i danni fisici causati dal Covid 19 e quindi attenuare l'aggressione del virus al corpo. “La nostra è una proposta di trattamento per una complicanza estremamente grave che si ha in corso di infezione, la polmonite interstiziale, che purtroppo determina la morte in alcuni pazienti”, spiega Giorgio La Nasa, direttore del dipartimento Scienze mediche e Sanità pubblica ed Ematologia che insieme a Giovanni Caocci, coordinatore della scuola di specializzazione in Ematologia ha condotto la ricerca.
“Abbiamo osservato l’analogia che c’è tra quadri molti simili a quelli che si verificano nelle infezioni da Covid in pazienti ematologici che utilizzano il farmaco Ruxolitinib per il trattamento di malattie oncoematologiche”, ha spiegato La Nasa, “vedendone l'efficacia ci è sembrato interessante proporre l’utilizzo nei malati con complicanze da Covid”.
L’osservazione di La Nasa e Caocci è arrivata qualche mese fa e ha suscitato interesse da parte della comunità scientifica e la stessa ditta che fornisce il farmaco ha deciso di farlo utilizzare a scopo compassionevole, pertanto già alcuni centri Covid sono stati autorizzati e lo stanno sperimentando.
“Non è una farmaco che combatte contro il virus, ma previene le complicanze gravi a livello polmonare, il farmaco blocca le sostanze, quelle responsabili, che possono portare i danni che mettono a repentaglio la vita dei pazienti”. I primi esiti positivi, in casi di polmoniti gravi, sono già arrivati, ma per avere i risultati della sperimentazione che è in corso, bisognerà attendere ancora circa sei mesi.