CAGLIARI. Il pressing delle Regioni del centrodestra, che chiedevano al governo le riaperture anticipate, non è servito. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nella sua informativa urgente alla Camera, ha detto no, bloccando di fatto (anche in Sardegna) ogni possibilità di ripartenza autonoma, con date diverse rispetto a quelle stabilite dal governo. Fino al 18 maggio, in sostanza, saranno consentite solo le riaperture delle attività indicate nell'ultimo Dpcm. Bar, parrucchieri, pasticcerie e altre attività dovranno attendere. Solo dopo le prossime due settimane "potremo operare differenziazioni geografiche con riapertura basate su un piano caratterizzato da precisi presupposti scientifici", ha chiarito Conte.
"Nelle prossime ore il ministro della Salute - ha detto il premier in Parlamento - emanerà un provvedimento previsto nel Dpcm al fine di definire criteri e specifiche soglie di allarme per verificare in modo accurato la tendenza al contagio in ciascuna area del Paese. Una volta acquisiti questi strumenti potremo anche concordare con le Regioni e le Province autonome un allentamento delle misure circoscritte su base territoriale, in modo da tenere conto delle Regioni dove la situazione appare meno critica. In questo modo - ha detto Conte - potremo operare differenziazioni geografiche con riapertura basate su un piano caratterizzato da precisi presupposti scientifici per un monitoraggio efficace della curva, e non ad iniziative improvvide di singoli enti locali che comportino introduzioni meno restrittive rispetto a quelle del Dpcm: queste non sono possibili perché in contrasto con il decreto numero 19 del 2020 e sono, a pieno effetto, da considerarsi illegittime. La scelta del Governo non è stata timida: 4,5 milioni di italiani torneranno a spostarsi dal 4 maggio e sarà un test di fondamentale importanza per accertare la tenuta del sistema. La graduale riapertura richiede un attento monitoraggio degli andamenti epidemiologici: controllo giornaliero con potenziamento della disponibilità dei test, verifica del grado di saturazione del sistema ospedaliero e non soltanto con riferimento alle terapie intensive. La logica della sperimentazione è ciò che dovremo adottare nelle prossime settimane con incremento della tecnologia di contact-tracing: a rischio di apparire impopolare, il governo non può assicurare il ritorno immediato alla normalità della vita precedente. Ci piacerebbe un pieno ripristino delle ordinarie abitudini, ma il virus sta continuando a circolare".