CAGLIARI. L'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari sta ancora aspettando - oggi, 22 aprile - le mascherine che ha acquistato il 25 marzo. La notizia emerge da un approfondimento della notizia pubblicata oggi sul sito de Il Fatto Quotidiano, che ha denunciato: la Regione ha pagato per i dispositivi di protezione tre volte il prezzo sborsato dall'Aou di Sassari (incolpevole per i ritardi nella fornitura). La Regione però le mascherine le ha ricevute da quasi un mese, Sassari aspetta. "E come per tutte le aziende sanitarie sarde, abbiamo provveduto noi con la fornitura per l'ospedale", spiega il capo della Protezione civile sarda Antonio Belloi. Che sul prezzo pagato per la maxi fornitura aggiunge: "Dovevamo scegliere tra la vita e la morte delle persone. Abbiamo scelto. E se mi chiedessero di rifarlo, non avrei dubbi: spenderei anche di più, se non ci fosse altra scelta".
E allora, a quanto pare, di scelta sul mercato non ce n'era granché. Era da poco passato il 20 marzo. In Sardegna non c'erano mascherine, negli ospedali esplodevano i focolai. Era necessario acquistarle. L'emergenza era nel suo pieno - anche se da più parti in precedenza si era detto che l'Isola era pronta -, la rabbia tra medici e infermieri che si ammalavano era alle stelle, e la Regione finalmente decide di acquistare i dispositivi di protezione individuale.
Deve provvedere la Protezione civile. Che non trova nulla dopo un'indagine di mercato. "Dal dipartimento nazionale non ci mandavano niente", sottolinea Belloi. E attraverso la centrale di committenza regionale viene individuato un fornitore: la Demar Hospital. A Sassari intanto il coronavirus dilaga, l'Aou decide di procedere con un acquisto autonomo. Si rivolge alla Selvel Hong Kong Limited. I prezzi strappati sono molto differenti.
Siamo al 25 marzo. La Regione paga due milioni di mascherine chirurgiche 0,93 centesimi l'una (1,86 milioni di euro in tutto). L'Aou chiude per lo stesso articolo a un prezzo di 35 centesimi cadauno, per 100.000 pezzi. Ci sono poi le Ffp2: a Sassari ne pagano 500.000 pezzi per due euro l'una. Cagliari invece ha chiuso per 5.45 euro l'una per uno stock da un milione. E, ancora le Ffp3: Sassari le paga 3,03 euro, a Cagliari 7,80 euro. La Regione quindi paga un prezzo triplo.
"Non c'erano alternative", spiega Belloi, "in più ci sono state garantire le consegne quasi immediate: il materiale ha iniziato ad arrivare in Sardegna dal 31 marzo, com spese di sdoganamento e trasporto già comprese nel corso iniziale". Sassari, invece, pare che le attenda per domani. Certo, l'emergenza c'è ancora. Ma la crisi dei contagi tra gli operatori sembra arginata. Le mascherine servono, "ma non sono ancora arrivate", spiega ancora il capo della Protezione civile regionale, "abbiamo dato una mano noi all'Aou per le questioni legate allo sdoganamento e al viaggio. Siamo qui per questo: da tre mesi siamo al fianco di tutte le aziende sanitarie della Sardegna. Se il contagio di coronavirus in Sardegna è calato è anche grazie alle mascherine che abbiamo comprato noi e le abbiamo distribuite laddove c'era bisogno".
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