CAGLIARI. "Solo" diciassette contagi all'interno del Policlinico Duilio Casula. Tanti, cone numero assoluto, ma pochi rispetto a ciò che si temeva: la scoperta della positività di un primario, di un paziente (poi deceduto) e di un fisioterapista, avvenuta giovedì sera, aveva fatto temere che il coronavirus potesse dilagare all'interno dell'ospedale di Monserrato. Ora la situazione è definita dalll'Aou "sotto controllo": tutto il personale e i pazienti sono stati sottoposti a screening, i test verranno ripetuti anche martedì e venerdì, anche con l'uso dei kit ematologici.
IL MANAGER. E ora che il peggio sembra essere alle spalle il manager dell'aizienda, Giorgio Sorrentino, invia una comunicazione a tutti i dipendenti. E aprendo ai suggerimenti di tutti, per migliorare le condizioni di lavoro e di operatività, fa un appello. La premessa è: "L'esperienza nostra e altrui ci ha insegnato che il rischio può arrivare attraverso il canale più inatteso. Il Covid è subdolo e -invece che entrare in ospedale attraverso i nostri pazienti- può penetrare attraverso gli stessi operatori sanitari, casualmente contagiati altrove e in quel momento “apparentemente” sani". Quindi il richiamo: indossare rigorosamente tutti i dispositivi di protezione "di cui non c'è carenza", mantenere le distanze. E poi l'invito: "In caso di rapporti non protetti con persone infette o di situazioni di salute personali sospette, che in altri momenti avremmo forse sottovalutato, oggi è suggerito un atteggiamento prudenziale. È preferibile allontanarsi per qualche giorno dal lavoro, piuttosto che assumersi un rischio che, da individuale, diventa purtroppo collettivo".
IL SINDACALISTA. Parole contenute nella lettera che hanno fatto storcere il naso a qualcuno. A farsi portavoce del malcontento è il segretario del sindacato Fials Paolo Cugliara: "Tutto il personale ospedaliero, in Sardegna come in Italia, è impegnato nella battaglia contro il virus. Certe frasi contenute nella lettera di Sorrentino lasciano intendere che sarebbero gli operatori a veicolarlo all'interno delle strutture sanitarie e si fa appello al loro senso di responsabilità. Nessuno, è sotto gli occhi di tutti", aggiunge Cugliara, "ha fatto mancare il suo apporto. Deve essere invece l'azienda a garantire che vi va al lavoro possa farlo in piena sicurezza. Non si può parlare di medici, infermieri e di tutto il personale come di possibili "untori" quando, lo abbiamo visto in tante realtà, sono vittime, a volte nel vero senso della parola, di falle di sistema a loro non certo imputabili. Sul distanziamento poi", conclude Cugliara, "vorrei capire come si dovrebbero effettuare manovre anche salvavita che richiedono il contatto corporeo. L'Aou dovrebbe piuttosto farsi alcune domande riguarda a pazienti che escono dal policlinico, senza alcuna diagnosi Covid, poi muoiono il giorno dopo in altro ospedale, dopo essere risultati positivi. Come è potuto succedere?".
Di seguito la lettera integrale di Sorrentino.
In queste ore di lotta contro l'epidemia Covid19, il Policlinico ha trascorso momenti di apprensione. Come sapete, stiamo risolvendo la criticità, grazie alla collaborazione di tutti i dipendenti coinvolti, all'impegno della struttura organizzativa e al pieno sostegno dell'Unità di crisi regionale. Ovviamente, il primo pensiero dell'Azienda va ai pazienti contagiati -subito trasferiti in un Ospedale Covid- e ai nostri colleghi anch’essi contagiati: fortunatamente al momento le loro condizioni non destano preoccupazioni. Auguriamo a tutti loro di poter guarire al più presto.
Il pericolo, di cui siamo riusciti a ridurre significativamente l'impatto, ci impone però alcune riflessioni urgenti. Le attività di “messa in sicurezza” del Policlinico adottate da questa Direzione Generale sono note a tutti e vengono continuamente rafforzate, anche in relazione ai suggerimenti che giungono dai Sindacati dei dipendenti e dalle RLS. Come sapete sono partiti anche i test di diagnostica sierologica è già previsto lo screening globale dei dipendenti dell'AOU.
Tutte le attività del nostro P.S, che registra peraltro accessi fortemente ridotti in questo periodo, avvengono con la massima attenzione possibile e nel pieno rispetto di tutte le misure necessarie a garantire la tutela dei pazienti e degli operatori. Il filtro sui pazienti Covid + è risultato estremamente efficiente. Nessun Covid+ ha attraversato la barriera del PS. Dobbiamo considerare che gli episodi più recenti hanno dimostrato che le cautele non sono mai pienamente sufficienti. L'Ospedale è comunque una “comunità chiusa”, all'interno della quale i “comportamenti individuali” assumono rilevanza fondamentale per garantire la sicurezza comune.
L'esperienza nostra e altrui ci ha insegnato che il rischio può arrivare attraverso il canale più inatteso. Il Covid è subdolo e -invece che entrare in ospedale attraverso i nostri pazienti- può penetrare attraverso gli stessi operatori sanitari, casualmente contagiati altrove e in quel momento “apparentemente” sani. Per difenderci è pertanto indispensabile ribadire alcune raccomandazioni.
Sin dall'inizio dell'epidemia, oltre che disporre la riduzione al minimo del numero delle persone che accedono al Policlinico, abbiamo chiesto a tutti i responsabili di provvedere a formare nei reparti “equipe minime” funzionali di personale, quanto più possibile autonome, indipendenti e separate le une dalle altre. Tale necessità obbedisce all'esigenza di ridurre i contatti diretti tra ciascuna equipe e di consentirne l'immediata sostituzione in caso di quarantena e/o di contagio diretto.
L'utilizzo dei DPI deve essere effettuato sempre, secondo le regole note. In questo momento non vi è carenza di disponibilità di protezioni in AOU: è pertanto necessario che tutto il personale le utilizzi in modo appropriato per eliminare qualsiasi rischio da mancata protezione, ma anche per evitare indebiti consumi che potrebbero creare sofferenza delle nostre scorte. Oltre che sollecitare i responsabili alla verifica puntuale del corretto utilizzo dei DPI e del loro consumo, si fa dunque appello al senso etico di ciascun dipendente perché siano sempre rispettate le misure di protezione e perché non ci sia nessuno spreco dei nostri preziosi dispositivi
Le “regole di distanziamento” che seguiamo nei market e in farmacia, devono essere applicate rigorosamente anche nei nostri ambienti di lavoro. Dobbiamo pertanto ancora una volta sottolineare che è indispensabile evitare qualsiasi assembramento negli spogliati, nelle sale comuni, nelle stanze di degenza. Le “attività di aggregazione” a cui eravamo abituati -che rappresentano un comprensibile momento di pausa nell'impegno lavorativo quotidiano- devono essere assolutamente sospese.
Anche ogni situazione “anomala”, che possa avere attinenza con il Covid 19 e che riguardi i singoli pazienti oppure il personale, va immediatamente segnalata alla Direzione sanitaria di Presidio che, dopo averla valutata, darà le disposizioni del caso.
Questa Direzione Generale conferma inoltre la propria piena disponibilità ad ascoltare qualsiasi suggerimento che possa essere utile per garantire la massima sicurezza dei pazienti e degli operatori e il miglior clima di lavoro aziendale.
A tutti i dipendenti dell'AOU chiediamo infine di valutare e proteggere, con particolare attenzione e diligenza, sia i propri contatti quotidiani, che le proprie condizioni di salute. Per chi lavora oggi in sanità, più che per chiunque altro, vale dunque l'invito perché sia applicata ogni possibile misura cautelare anche in tutte le attività extralavorative: non dobbiamo mai dimenticare che il nostro compito è quello di tutelare la salute della parte più fragile della popolazione. Le responsabilità che ne discendono sono totalizzanti e moltiplicano i nostri obblighi morali e deontologici.
Sappiamo bene che in questo momento difficile per il nostro sistema sanitario, ciascuno di noi è portato a fare il massimo per assolvere sino in fondo alle responsabilità del proprio, fondamentale ruolo sociale.
È però indispensabile utilizzare la massima prudenza anche su sé stessi. In caso di rapporti non protetti con persone infette o di situazioni di salute personali sospette, che in altri momenti avremmo forse sottovalutato, oggi è suggerito un atteggiamento prudenziale. E' preferibile allontanarsi per qualche giorno dal lavoro, piuttosto che assumersi un rischio che, da individuale, diventa purtroppo collettivo.
In conclusione, la preoccupazione che il “rischio Covid 19” possa oggi concretizzarsi dentro la AOU di Cagliari a causa di nostre involontarie azioni ci ha indotto a chiedere a tutti ancora uno sforzo individuale e complessivo aggiuntivo di attenzione nei comportamenti. Per questo e per tutto il resto che state facendo quotidianamente, vi ringraziamo di cuore: sappiamo bene che la trincea a noi affidata resta ben presidiata, grazie allo spirito di sacrificio e al senso di appartenenza che tutti insieme stiamo dimostrando. Grazie ancora a tutti, insieme all'augurio di una Pasqua serena per voi e le vostre famiglie!
- Redazione
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