CAGLIARI. La gente continua ad ammalarsi, come sempre. Non per colpa del coronavirus. E muore. Restando nel piazzale di un pronto soccorso. La salma è stata coperta con un pietoso lenzuolo bianco molti minuti dopo l'arrivo in ospedale. All'esterno, perché l'accesso in struttura non è stato stato consentito a causa delle restrizioni legate al coronavirus. Il racconto di quei momenti difficili vissuti ieri al Brotzu arriva da un operatore del 118. "Il paziente è arrivato già morto", spiegano invece dall'azienda ospedaliera. Una scena straziante, comunque siano andate le cose.
Questo il racconto dell'operatore.
"Voglio che si sappia quanto ho visto e che mai avrei voluto vedere. Abbiamo trasportato una paziente, non a rischio Covid19 (forse è d’obbligo), nel più grande ospedale della Sardegna. La paziente, una disperata senza arte né parte, picchiata da altra disperata. Ha fatto il triage (la prima valutazione) in un’atmosfera di ansia, ci hanno fatto uscire dalla camera calda (dove sostano le ambulanze) per far entrare la signora dal “percorso sporco”, così si chiama quello non sterile; Eravamo nel parcheggio esterno, dove abbiamo aspettato, insieme a dei civili, mentre la paziente, per non farsela addosso, faceva pipì in un angolo del parcheggio. Direte: che scandalo. Ma ascoltate il resto e vi prego, se non volete soffrire, non leggete.
Mentre noi aspettavamo, è arrivata una Mike (medicalizzata della Areus, azienda regionale emergenza urgenza Sardegna). Si è fermata in camera calda, per il triage. Abbiamo sentito discussioni più che accese, fra l’equipaggio della Mike e il personale del pronto soccorso; Le Mike operano nei casi più gravi di qualunque genere. Questa non ha scaricato il paziente, rifiutato dal pronto soccorso, è uscita dalla camera calda e ha parcheggiato affianco alla nostra ambulanza. Hanno scaricato la barella. "Dio mio", abbiamo sentito, “sta morendo”. Immaginate la barella con un moribondo, non per Covid19, nel parcheggio di un ospedale, di fronte all’ingresso del pronto soccorso. Ci hanno gridato, urlato (giustamente coinvolti e sconvolti), a noi ed altri civili presenti, di allontanarci e non guardare. Dopo 15, forse 20 minuti quell’uomo è morto, in un parcheggio, con vicino solo un autista, un medico e un infermiere, impotenti. Lo hanno chiuso in un sacco di plastica e coperto pietosamente con un lenzuolo. Solo allora è uscita una Oss, con un letto, dove lo hanno trasferito, per portarlo via, a scomparire. Il medico della Mike, passandoci vicino ed emozionato, ha allargato le braccia, dicendoci: “Non so più cosa pensare”. Quel medico, che ha corso in ambulanza, rischiato la vita, fatto di tutto, coi suoi compagni, anche se le speranze erano al lumicino, ha visto il suo paziente, quello per cui si era dannato, morire dopo 20 minuti di parcheggio, di fronte al pronto soccorso del più grande ospedale della Sardegna. Non c’erano parenti, nessuno, solo loro tre a dirgli buon viaggio. Abbiamo lacrimato tutti, perché è troppo".L'azienda ospedaliera spiega che i fatti sono andati in maniera diversa: il paziente, un anziano colpito da emorragia cerebrale, è arrivato già morto al Brotzu. L'alterco sentito dagli operatori all'esterno era legato a una differenza di vedute su chi dovesse chiamare il medico legale per l'accertamento del decesso. Nessun paziente rifiutato, quindi, specificano dal Brotzu.
- Redazione
- News