Il punto sull'emergenza in Italia e i controlli in Sardegna
CAGLIARI. Per l'allarme contagi da coronavirus la Sardegna non chiude i confini ma li monitora. In applicazione dell'ordinanza emessa dal presidente della Regione Christian Solinas sono stati intensificati i controlli sullo stato di salute dei passeggeri in arrivo in porti e aeroporti dell'Isola. In precedenza riguardavano solo i viaggiatori dei voli internazionali. Ora tutti coloro che mettono piede in Sardegna devono superare la prova del termoscanner. All'aeroporto di Elmas i filtri sono rigidi. Fra i tre e i cinque operatori,a seconda del traffico degli aeromobili, puntano il termometro a distanza verso la fronte di chi è appena sbarcato.
Se la temperatura supera i 37,5 gradi, scatta il blocco, altrimenti c’è il via libera per andare a ritirare i bagagli o dirigersi verso l’uscita del Mario Mameli. Gli addetti ai controllo indossano tutti i dispositivi di protezione: maschera con filtro, occhiali che aderiscono al viso e guanti in lattice. Gli stessi dispositivi che si trovano da sempre in dotazione in tutte le ambulanze sanitarie. Alla loro destra c’è anche un termoscanner di proprietà della Protezione civile, altri due operatori in una postazione controllano tutte le immagini in bianco e nero. Il viso di chi arriva o transita in aeroporto risulta di colore giallo se la temperatura non supera i 37,5 gradi, mentre diventa rosso quando il termometro segna anche solo un linea in più rispetto a quella indicata. La settimana prossima il settore arrivi potrò contare anche su un altro termoscanner acquistato dalla Sogaer, la società di gestione dello scalo, che ha investito 16mila euro.