CAGLIARI. Veleni Fluorsid nell'aria, nell'acqua, negli animali e nel terreno? Macché: è tutto a posto, lo dice la Regione. "L'integrazione tra le informazioni sanitarie e ambientali non ha evidenziato profili di rischio riconducibili all'attività" dell'industria di Macchiareddu finita a maggio - con sette arresti - al centro di uno scandalo giudiziario per disastro ambientale. Scoperte numerose discariche abusive, dove sono state seppellite tonnellate di scarti tossici di lavorazione. Eppure il quadro più o meno idilliaco - che contrasta con la visione della Procura e della Forestale - emerge dal verbale di una riunione tecnica che si è tenuta l'8 agosto nella sede dell'assessorato regionale alla Sanità. Il quadro dipinto dalle conclusioni non rappresenta un inferno inquinato. Anzi. A leggere il documento però le premesse sembrano essere un po' diverse.
Per esempio: dopo gli arresti erano arrivate le rassicurazioni per la popolazione, con l'installazione di una centralina mobile per il rilevamento dell'inquinamento atmosferico ad Assemini. Era stata piazzata in via Coghe, voluta fortemente dal sindaco Mario Puddu. Il punto di monitoraggio c'è, ma non è attivo "per mancanza dell'alimentazione elettrica". Spento, da un mese mezzo. Certo, sono operative le tre centraline fisse dell'Arpas. Ma sono le stesse che avevano sì fornito i dati sull'eccessiva concentrazione di Pm10 nell'aria, ma la colpa era stata attribuita ai riscaldamenti domestici e alla polvere del Sahara.
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Di seguito, il post del sindaco di Assemini Mario Puddu quando era stata installata la centralina: non gliel'hanno attivata.