CAGLIARI.Sono in carcere a Uta i due algerini che, all’alba di domenica, hanno aggredito e rapinato con una catena e una bottiglia di vetro padre e figlio in via Newton a Cagliari. Un terzo responsabile è stato denunciato per la rapina e il furto d'auto. La richiesta d’asilo di due di loro era stata rigettata e avevano presentato entrambi ricorso.
La vittima, un cagliaritano di 27 anni, stava uscendo dalla discoteca quando si è imbattuto in un gruppetto di giovani extracomunitari, che si sono avvicinati a lui con fare minaccioso e gli hanno strappato dal collo una collana in oro, costringendolo a consegnare anche il portafoglio. In un primo momento il ragazzo non ha reagito, ma ha subito contattato suo padre. Una volta arrivato, il sessantenne si è avvicinato al gruppo, che si era fermato vicino a un rivenditore ambulante nei parcheggi della discoteca, per farsi restituire quanto rubato al figlio.
Quest’ultimo, però, è stato immediatamente colpito da una bottigliata alla testa, mentre il padre è stato raggiunto da un violento colpo di catena da moto ed è svenuto. I tre malviventi, uno dei quali aveva il volto completamente coperto al momento dell’aggressione, sono fuggiti a bordo di una Honda Civic grigia. Da qui e dalla unica testimonianza del giovane vittima della violenza sono partite le indagini della Squadra Mobile di Cagliari, coordinate dal dirigente Roberto Pititto.
L’auto, risultata rubata, è stata trovata in via Mincio. Nel cofano c’era anche una mazza con svastiche disegnate, che, secondo gli inquirenti, apparteneva proprio ai tre nordafricani. Fondamentale il fatto che la vittima, tra le foto dei giovani abituali frequentatori del piazzale di via Newton nei weekend, ha riconosciuto due dei suoi aggressori.
Il primo, Mohamed Zidane Ounas, di 19 anni, è stato rintracciato in piazza del Carmine martedì sera. È lui che ha colpito il padre del ragazzo con una catena. Ieri sera invece è stato trovato anche il secondo responsabile, Ahmed Mrakkeb, diciottenne, che ha preso a bottigliate il giovane. Era in una cooperativa a San Niccoló Gerrei, l’unico dei tre ad essere arrivato in Sardegna da minorenne e quindi non richiedente asilo.
“La polizia non può fare un presidio fisso - spiega il dirigente della Mobile Roberto Pititto - ma assicuriamo che c’è la massima attenzione nella zona delle discoteche, spesso teatri di violenze e rapine”.